Il rhythm’n’jazz elettrico degli «Yellowjackets»

Sono un motore perfetto, gli Yellowjackets. Una macchina musicale capace di produrre suoni elettrici, di accendere emozioni jazzistiche, di attirare l’attenzione anche di coloro che non vivono di «pane e Miles» ma più semplicemente vogliono ascoltare musica di qualità. La loro formula, senza mai toccare traguardi da rock band o grandi numeri, è vincente da oltre 25 anni: sono nati infatti nel 1981 e hanno alle spalle 22 album. Un fenomeno raro nella musica contemporanea che rende ogni loro concerto un piccolo evento.
A Roma il gruppo che insieme agli Weather Report, agli Spyro Gyra e ai Mezzoforte ha generato la musica «fusion» e il cosiddetto «rhythm&jazz», salirà sul palco di Villa Celimontana (il concerto è organizzato in collaborazione con il Roma Jazz Festival) domani sera alle 22,15 (biglietto 15 euro). La formazione sarà quella classica degli ultimi anni: Russel Ferrante al piano e alle tastiere; Bob Mintzer al sax; Jimmy Haslip al basso elettrico e Marcus Baylor alla batteria. «Penso che potremmo continuare a suonare assieme per altri 25 anni - dice Mintzer, una delle colonne da quando negli anni Novanta sostituì Marc Russo -. C’è una lunga storia alle spalle che condividiamo, qualcosa che si è sviluppato suonando e facendo musica insieme, e non credo che questo si possa cancellare». Della formazione originaria rimangono solo Haslip e Ferrante ma la musica degli Yellowjackets non ha subito grosse variazioni nel corso degli anni, mantenendo nel repertorio live anche molti brani dei primi album.

La forza delle «giacchette gialle» resta l’entusiasmo per un progetto in cui questi grandissimi musicisti - conosciuti anche per essere turnisti da grandi produzioni - ritrovano la voglia di suonare e divertirsi insieme, mettendo a frutto la tecnica impressionante e l’affiatamento acquisito negli anni.

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