Riaperti gli aeroporti A decollare adesso sono soprattutto i debiti

POLEMICHE Assaeroporti: «Governo dichiari stato di crisi». L’Ue: sì agli aiuti ma non per ristrutturare

Sbloccati i voli e riavviati i motori degli aerei, adesso comincia la conta dei danni. Dopo cinque giorni di stop, ieri, come annunciato da Bruxelles, sono ripresi, anche se a singhiozzo, in Italia e in Europa decolli e atterraggi. Ma, se la gigantesca nube nera si sta diluendo nel cielo del Vecchio Continente, per l'economia della zona euro è in arrivo un ciclone di conti in rosso, provocati dall'eruzione del vulcano islandese. Con 95mila voli cancellati da giovedì scorso, la Iata (l'associazione che raggruppa 230 vettori nel mondo) ha quantificato in un miliardo di dollari le perdite delle compagnie, con un deficit giornaliero che oscilla fra i 200-250 milioni al giorno. In Italia i danni potrebbero ammontare a 80 milioni, con Alitalia che avrebbe perso 5-10 milioni di euro. E c’è lo spettro di nuovi tagli al personale in agguato. La voragine mangiasoldi di questi giorni che ha fatto esplodere la rabbia delle aerolinee che accusano Bruxelles per la gestione della serrata: «L'emergenza è stata un pasticcio inaccettabile».
Dalle polemiche a un altro allarme: il Consiglio degli aeroporti per l'Europa ha calcolato in 200 milioni di euro il buco subito dalle società che gestiscono gli scali. L'italiana Assaeroporti ha chiesto al governo lo stato di crisi. Per correre ai ripari, la Commissione Ue ha già autorizzato i 27 Stati membri dell'Unione europea a versare aiuti straordinari nelle casse delle loro compagnie aeree, come è accaduto dopo gli attentati dell'11 settembre. Ma il commissario Ue alla concorrenza, Joaquim Almunia, pianta subito dei paletti: le compagnie non potranno servirsi degli aiuti per eventuali ristrutturazioni.
E sempre da Bruxelles, a fine giornata, Eurocontrol ha comunicato che il 75% degli scali del Continente è aperto e che ieri si sono alzati in cielo, nelle tre zone sicure, il 50% degli aerei, corrispondenti a 14.000 voli. Per l'Italia, l'Enac ha confermato che l'intero spazio aereo della Penisola è transitabile. A Malpensa e a Linate sono partiti e arrivati in totale 330 su 891 previsti. Si vola con il contagocce, invece, nel Nord Europa: in Olanda e Belgio. Mentre la «no-fly zone» è irremovibile su Gran Bretagna e Irlanda, così come su Danimarca, Polonia, Norvegia e Svezia. Anche la Germania ha prolungato il blocco, tranne per qualche volo sperimentale. E proprio un Boeing 737 della compagnia tedesca Air Berlin è fermo sulla pista di Olbia, in Sardegna, per la sospetta presenza di ceneri vulcaniche nei motori.
Le previsioni meteo tuttavia fanno ben sperare. Il peggio dovrebbe essere passato, complice anche il vulcano che ha ridotto la sua attività. Ma a terra restano le «macerie» delle cifre. Dai banconi dei supermercati stanno scomparendo alcuni prodotti importanti dal sud del mondo (pesce e frutta), con il rischio di bolle speculative sui prezzi della spesa. Sono circa 4mila le tonnellate di merce ammassata in questi giorni alla Cargo City dell'aeroporto di Malpensa. E nei magazzini non ci sono solo prodotti deperibili ma anche una montagna di posta da recapitare.


L'industria del turismo e dei viaggi è in ginocchio, con perdite che potrebbero sfiorare i 10 miliardi di dollari alla settimana, se non ci sarà un'inversione di tendenza. A Firenze si registra la disdetta di 100mila prenotazioni. Non è escluso che per rientrare dal disavanzo potrebbe scattare un'impennata sulle tariffe di aeree e alberghi per le prossime vacanze.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica