Cronache

Riapre «Casa Jorn» lasciata in eredità al Comune per gli artisti di Albissola

Riapre «Casa Jorn» lasciata in eredità al Comune per gli artisti di Albissola

Correvano gli anni cinquanta e la tranquilla Albissola diventa meta e dimora d’artisti e intellettuali. Tra il calore delle fornaci e il selciato dell'antico borgo, si aggira -tra i vari Fontana, Sassu, Lam e Garelli - un «vichingo». Il pittore, ceramista, scultore e architetto danese Asger Jorn, che trova rifugio in una tenda prima di ricevere un terreno da Albissola.
Oggi Casa Jorn (via D’Annunzio) riapre per la seconda volta i battenti per TribaleGlobale, un progetto itinerante volto allo studio dell’arte africana in rapporto alla cultura contemporanea.
Con la mostra «Jorn e dintorni», (fino al 24 luglio) la dimora-studio del fondatore di Cobra e dell’Internazionale Situazionista torna a respirare gli umori della creatività.
L’esposizione si svolge nella parte in cui abitava l'artista danese, una vera e propria wunderkammer a stretto contatto con la natura del giardino circostante. Tra pannelli e ceramiche costruiti con materiale di recupero e scarti di fornace, s’inseriscono le opere selezionate per la mostra. Tele di grande formato d’artisti vicini a Jorn, come Appel, Scanavino e Matta. Chine e acquarelli dell’amico Pinot Gallizio, cui è dedicata un’intera stanza.
A questo punto si svela il significato dei «dintorni» citati nel titolo della rassegna: in mostra si possono ammirare opere d’artisti estranei e posteriori alla stagione d’Albissola ma vicini alla poetica del «padrone di casa». Ecco sfilare Costa, Ceroli e il belga Misson che accompagnano la scoperta delle maschere africane di popoli dai nomi lontani: Dogon, Fang, e Hemba. Sparse per la villa, le maschere urlano quella libertà espressiva estranea alla cultura occidentale - schiava per secoli di misure, proporzioni e canoni di bellezza - prima del ciclone delle Avanguardie.
L’accostamento dell’arte contemporanea all’antiquariato africano - carattere distintivo di TribaleGlobale - svela insospettabili aderenze fra le due culture e rende omaggio all’ingegno libero e anarchico di Jorn, attento alla realtà del proprio tempo ma anche studioso di culti e culture popolari.

Lasciando l’esposizione in eredità al Comune l’artista inserì una piccola clausola: desiderava che i suoi amici artisti ne potessero usufruire fino alla morte e che dopo, altri ancora l’abitassero…
Splendidi anni, quelli d’Albissola.

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