Roma«Pensare ad una crisi di governo nel prossimo futuro significa confondere la speranza di qualcuno con la realtà». Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in visita a Madrid, ha scartato qualsiasi ipotesi di «ribaltone» nel corso dellintervento al Forum Nueva Economía osservando che «il governo continuerà a governare perché ha una solida maggioranza parlamentare».
Dinanzi a una platea di economisti e di opinion leader, la terza carica dello Stato ha ribadito che lesito delle ultime consultazioni elettorali esclude il prospettarsi di scenari e maggioranze alternativi allattuale. «Il risultato delle elezioni europee dimostra che la fiducia per il centrodestra e per il governo presieduto da Silvio Berlusconi continua ad essere molto alta, fatto non usuale per una coalizione che governa in Europa: per questo sono convinto che chi spera in una crisi in tempi brevi confonda la propria speranza con la realtà», ha sottolineato.
Questo il motivo per cui non ci possono essere «rischi o pericoli per la stabilità in Italia. Osservate secondo questa prospettiva, le vicende legate allinchiesta della procura di Bari assumono un contorno sfumato e del tutto irrilevante ai fini politici. «Per litaliano medio le vicende personali sono relative alla sfera privata e gli italiani giudicano il governo solo per quello che fa e non per le polemiche sul presidente del Consiglio», ha evidenziato Fini.
Anche questa storia contiene in sé una lezione. «Le ultime vicende dovrebbero insegnare a tutti, maggioranza ed opposizione, una cosa semplice: delegittimare o demonizzare Berlusconi non significa assolutamente riuscire ad intaccare il rapporto che egli crea con gli elettori», ha osservato ricordando che «questo è da 15 anni un elemento incontestabile».
Sebbene sia comprensibile, secondo il presidente della Camera, che lopposizione cerchi di sfruttare qualsiasi inezia per mettere in difficoltà la maggioranza, al tempo stesso bisognerebbe separare il livello istituzionale da quello personale. «Diffido di chi dà giudizi morali, si tratta di questioni che attengono alla sfera personale e ognuno risponde alla propria coscienza e ai propri elettori», ha affermato sostenendo tuttavia la «necessità di tenere comportamenti che siano rispettosi delle regole e degli stati danimo del popolo».
Ecco perché il fondatore di An e del Pdl ha immediatamente aderito allinvito del presidente della Repubblica a smorzare i toni in vista del G8. «Mai come in questa circostanza lappello del presidente Napolitano è puntuale e apprezzabile. Lo condivido in pieno: che il G8 vada bene non è solo un interesse nazionale ma assolutamente globale».
Con una leadership e un governo forti anche la questione della successione politica di Berlusconi è secondaria. «Non è un problema attuale: lo affronteremo quando ci saranno le condizioni e la necessità». Per quanto riguarda il governo Fini ha osservato che «nessuno può rifiutare a priori una responsabilità così elevata», ma la guida del Pdl è unaltra cosa. Delfino di Berlusconi? «I delfini stanno nel mare, non in politica. Sono figure della monarchia e in Italia abbiamo una Repubblica» e, poi, «mettiamo da parte pure gli eredi: in una democrazia complessa sono sempre gli elettori a scegliere nei singoli partiti» e, di conseguenza, il Pdl deciderà della propria sorte.
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