«Il ricatto? Un’arma dei leader di sinistra»

Roma - «Ma quale ricatto? Ho visto il video, ho allungato la mano sul telefono e ho chiamato il presidente Marrazzo. Gli ho detto che c’erano sul mercato delle immagini che avrebbero potuto nuocergli, gli ho dato il numero dell’agenzia che aveva offerto il video e lui mi ha cordialmente ringraziato».

Berlusconi torna sul transgate che ha travolto il governatore del Lazio per ribadire la versione dei fatti già esposta martedì sera durante la telefonata in diretta a Ballarò. Lo fa nell’ultimo libro di Bruno Vespa, «Donne di cuori», in uscita il prossimo 6 novembre. Insomma, è vero che il premier era stato avvisato dalla figlia Marina dell’esistenza del materiale compromettente e del conseguente rifiuto da parte della Mondadori di acquistare il video. Come è vero che lo stesso Cavaliere s’è subito attivato per avvisare il presidente della Regione del ricatto in atto, da parte di quattro carabinieri ora indagati. I quali, nel tentativo di piazzare il filmato, avevano contattato anche il settimanale «Chi», diretto da Alfonso Signorini. Berlusconi ha poi voluto personalmente rassicurare Marrazzo sul fatto che il suo gruppo non avrebbe mai dato alle stampe lo scottante dossier. Un beau geste, non certo un ricatto, sebbene qualcuno abbia insinuato proprio il contrario. Prima fra tutti Repubblica, secondo cui la telefonata dell’odiato presidente del Consiglio non sarebbe stata una cortesia ma un tranello, un trucco, un esempio lampante di come il premier, in quel momento, avesse dimostrato di avere in pugno la carriera politica del presidente della Regione.

In merito a questa ipotesi Berlusconi non solo respinge le accuse ma va all’attacco dell’opposizione: «Ma quale ricatto, mi sono comportato esattamente al contrario. Probabilmente proprio il contrario di come si sarebbe comportato qualche leader della sinistra». Come avrebbero agito i miei nemici, si chiede il premier, se al posto di Marrazzo ci fossi stato io?

Ma nell’anticipazione del volume di Vespa non c’è soltanto la ricostruzione di un capitolo di «transopoli». Il presidente del Consiglio affronta anche i più attuali temi politici: uno su tutti quello conseguente alle dimissioni del governatore del Lazio. In primis la data delle elezioni. Quando votare? Inizialmente soprattutto il Pdl locale accarezzava l’idea di un immediato ricorso alle urne per dare subito un nuovo presidente della Regione. Poi però è prevalsa la linea di accorpare le elezioni al 28 marzo. Magari dando un po’ di vantaggio alla sinistra, desiderosa come non mai di tirare il fiato e rimandare il più in là possibile il giudizio degli elettori. Gli ultimi sondaggi, infatti, danno un Partito democratico in caduta libera, malconcio sia per le faide interne che per l’ennesimo scandalo che ha colpito un suo pezzo da novanta.

Tuttavia, è il ragionamento del Cavaliere, «non avrebbe alcun senso anticipare il voto soltanto nel Lazio». Realpolitik e buon senso impongono di evitare uno spreco di denaro pubblico, attivando la complessa macchina elettorale per due volte nel giro di pochi giorni. Certo, occorrerebbe cambiare la legge che parla chiaro: per indicare nuove elezioni c’è un limite massimo di novanta giorni, ai quali vanno aggiunti altri quarantacinque per dare notizia agli elettori. In tutto fanno 135 giorni che porterebbero alle urne i cittadini il 7 marzo. Ma se ci si aggiunge una eventuale richiesta di proroga da presentare al governo, la data potrebbe essere spostata ulteriormente, magari al 28 di marzo, giorno dell’election day. Una richiesta di una proroga assolutamente percorribile. Questo il ragionamento strettamente tecnico.

Poi il nodo più prettamente politico: chi candidare come post Marrazzo? Da mesi circolano molti nomi, quasi tutti già sorretti da sondaggi favorevoli. Due su tutte le ipotesi in campo: Luisa Todini e Renata Polverini. Berlusconi parla anche di loro: «Luisa Todini sarebbe una scelta eccellente ma si complicherebbe la vita e non oso pensare quale assalto investirebbe le sue aziende. Anche suo marito, il bravissimo e simpaticissimo Luca Iosi mi ha scongiurato di risparmiarle questa avventura». Non è un mistero che il Cavaliere apprezzi molto l’imprenditrice umbra.

Tuttavia, assicura Berlusconi «sarebbe eccellente anche la designazione di Renata Polverini, brava professionista e ottima persona». Una sorta di investitura ufficiosa che aspetta l’ufficialità nelle prossime settimane.

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