Cultura e Spettacoli

Ricci: «I reality sono morti ma Marzullo fa ancora cultura»

L’inventore del Tg satirico spara a tutto campo. «I palinsesti? A Mediaset li decidono con la lotteria»

Laura Rio

da Milano

Bonolis? «Non attacco una persona quando è debole». Costanzo? «Bisogna che si tolga la faccia da notte e si metta quella da pomeriggio». Donelli, nuovo direttore di Canale 5? «È il Gattuso dell’etere». Marzullo? «Solo la Rai poteva farlo responsabile della cultura. La nostra risposta a lui è Giuliana Moreira, la tetta brasiliana di Cultura moderna». I palinsesti di Canale 5? «Vengono decisi affidandosi alla sorte: mettono un bambino bendato ad estrarre le palline e così riempiono le caselle».
È un Antonio Ricci a tutto campo quello che, in occasione della conferenza per la presentazione dell’edizione numero diciannove di Striscia la notizia, spazia sui temi più scottanti di questa stagione televisiva. Il guru dello schermo non è poi neanche così perfido: si ricordano suoi strali ben più pesanti nel periodo in cui infuriava la lotta contro Bonolis (e l’allora presentatore di Affari tuoi su Raiuno batteva regolarmente Striscia). Ora, Ricci, dopo aver constatato, da spettatore, l’avverarsi delle sue previsioni sull’ex nemico Bonolis («con il passaggio a Mediaset si è infilato in un cul de sac», disse a settembre dell’anno scorso), si presenta mansueto. E talmente felice da allegare alla cartella stampa un malloppo di 55 foto che ne ripercorrono vita e carriera fin da quando era in fasce («chiamasi megalomania?» «No - risponde lui - solo darsi totalmente in pasto al pubblico»).
Dunque, cominciamo da Striscia. Riparte lunedì, conduttori Ezio Greggio e Michelle Hunziker. Veline: Melissa Satta e Thais Wiggers, rispettivamente fidanzate di Bobo Vieri e Teo Mammuccari. Confermati quasi tutti gli inviati: Dario Ballantini si presenterà in versione re Vittorio Emanuele, e Alvaro Vitali in quello della moglie Marina Doria. Inchieste, servizi di denuncia e tapiri. «Ci siamo persi Calciopoli e Vallettopoli - si rammarica Ricci - ma su molte questioni ritorneremo. Non abbiamo più Berlusconi che ci forniva molti spunti, ma Prodi non è da meno». Lo scontro con Affari tuoi condotto da Insinna? «Lo ripeto: non siamo concorrenti di un giochino, noi facciamo un’altra cosa». Dopo Natale, a fianco di Greggio arriverà Iacchetti, entrambi in primavera cederanno il posto a Ficarra e Picone. La Hunziker sarà impegnata anche in Paperissima accanto a Gerry Scotti. Greggio, dopo Striscia, inizierà a girare un film con Pupi Avati dove per la prima volta interpreterà un ruolo drammatico. Che fine fa il campione di ascolti estivo Cultura moderna? «Andrà di domenica, sempre alle 20.30. Poi in futuro si vedrà. Non ci hanno mai chiesto di spostarci al posto di Amadeus».
E ora il resto del Ricci-pensiero. Primo punto: la rivoluzione del palinsesto di Canale 5 decisa l’altro ieri con la chiusura di Formula segreta e lo spostamento di Fattore C al posto di Amadeus. «Mediaset ora è sponsorizzata da Lottomatica - scherza il papà di Striscia - ogni settimana si procede all’estrazione e si rifà tutto». La deludente prova di Bonolis? «Di lui non parlo più. Ora gli auguro che il preserale vada bene, anche perché serve per sostenere il Tg5 e anche Striscia che viene dopo». Seconda questione: i segni di crisi della tv generalista e la fuga di pubblico dai reality. «L’ho sempre detto che non bisognava importare niente dall’Olanda (dove è stato ideato il capostipite del genere: il Grande Fratello) - ridacchia Ricci - quando è crollato il mercato dei tulipani, hanno cominciato a chiudere la gente nelle case, negli ascensori, ovunque. Ora i reality sono morti, il pubblico è stufo: vuole vedere programmi che abbiano una costruzione seria, non ne può più del chiacchiericcio. La televisione ha bisogno di persone coraggiose che si prendano la responsabilità di sperimentare nuovi prodotti senza acquistare format all’estero». Terzo, lo scandalo del momento: Telecom. «Noi ci siamo presi cinque denunce quando abbiamo parlato dei loro trucchetti. Per anni però c’è stato un sistema di connivenza per cui nessuno in Tv e sui giornali ne parlava. Ora anche questo bubbone è scoppiato».

Infine il futuro: «È vero, ho messo insieme una società di produzione con Greggio: ma vogliamo realizzare programmi, magari per i new media, non fare i manager».

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