Gian Micalessin
Condoleezza la caparbia ha vinto. Voleva un accordo sullapertura del valico di Rafah. Era decisa a non andarsene senza. E lha ottenuta. Grazie a lei il prossimo 25 novembre i palestinesi di Gaza potranno mettersi in fila e provare lemozione di passare in Egitto senza mostrare i documenti a un soldato israeliano. Ma strappare quellaccordo, ha ammesso il segretario di Stato americano dopo una notte insonne, è stato come superare lultima yard prima della meta su un campo di football americano. Un ultimo metro da superare ringhiando, urlando e scazzottando.
Lultima meta di Condoleezza Rice correva tra la sua suite e quelle - allultimo piano di un albergo sopra la città vecchia di Gerusalemme occupate dai negoziatori israeliani e palestinesi. Rientrata a mezzanotte di lunedì da un viaggio lampo ad Amman per rendere omaggio alle vittime della strage degli hotel e incontrare re Abdallah il segretario di Stato sè trincerata là dentro, risoluta a chiudere i negoziati lasciati a metà qualche ora prima. Con sé aveva solo un computer portatile e la trousse del trucco. Il resto dei bagagli era rimasto sullaereo che a quellora avrebbe già dovuto portarla in Corea. Ma per la Rice la conferenza economica del Sud Est Asiatico poteva anche attendere. Armata di quel computer - su cui aveva già appuntato, cancellato e riscritto ogni clausola dellaccordo - la Rice ha passato la notte facendo la spola tra le stanze dei palestinesi e quelle degli israeliani. Gli ultimi erano losso più duro. Temendo infiltrazioni di armi e terroristi dallEgitto pretendevano che i controlli fossero affidati non a palestinesi ed egiziani, ma alla task force di doganieri europei messi a disposizione dallUnione Europea. Ma Condoleezza non ha sentito ragioni e prima dellalba il ministro della Difesa israeliano Shaul Mofaz si è visto costretto a sottoscrivere la bozza finale.
Secondo quella bozza i controlli al valico di Rafah verranno svolti da palestinesi ed egiziani, i doganieri europei osserveranno e forniranno consulenza e supporto, gli israeliani osserveranno il tutto attraverso un sistema di telecamere a circuito chiuso e potranno segnalare merci e persone sospette, ma non avranno potere di veto sulle decisioni di egiziani e palestinesi.
«Da fanatica del football sapevo che lultima yard è la più dura e oggi lho sperimentato sulla mia pelle», ha detto la Rice, ma ha subito aggiunto che grazie al «grande passo in avanti» compiuto nella notte «i palestinesi avranno libertà di movimento, di commerci e potranno finalmente vivere una vita normale». Se funzionerà laccordo consentirà ai palestinesi di avviare normali scambi commerciali rivitalizzando leconomia di Gaza bloccata da cinque anni. Dal punto vista politico la riapertura di Rafah contribuirà a rafforzare politicamente il presidente Mashmoud Abbas prima delle elezioni parlamentari del 25 gennaio prossimo. Dopo linaugurazione del valico di Rafah, fissata per il 25 novembre, dovrebbero prendere il via - entro il 15 dicembre - anche i convogli di bus destinati a garantire i collegamenti tra Gaza e la Cisgiordania. Sempre a breve termine dovrebbero venir avviati i lavori per la costruzione di un porto marittimo destinato a servire tutta la Striscia.
Nonostante laccordo il presidente palestinese Mahmoud Abbas non ha rinunciato ieri a lanciare parole dure al governo israeliano accusato di fomentare una guerra civile se continuerà a pretendere dallAutorità Palestinese lo scioglimento forzato e la messa al bando delle organizzazioni armate. In un discorso di celebrazione per lanniversario della dichiarazione dello Stato palestinese del 15 novembre 1988, il presidente ha reiterato le sue critiche ad Israele affermando che se lAutorità Palestinese avesse un interlocutore realmente disponibile sarebbe possibile raggiungere un «accordo finale» entro sei mesi.
Lincertezza politica israeliana minaccia comunque di rinviare qualsiasi negoziato e trattativa a dopo le elezioni anticipate già fissate, in teoria, per il marzo prossimo. La data sarebbe stata concordata nel corso di un incontro tra Amir Peretz nuovo leader laburista e candidato alla carica di primo ministro e i principali partiti dopposizione.
Lo scioglimento del governo verrà con tutta probabilità votato dalla Knesset il prossimo lunedì in modo da consentire lincontro di domani durante il quale Ariel Sharon e Amir Peretz cercheranno di discutere e concordare le modalità della crisi.
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