La ricetta del terzo polo per l'Italia? Più tasse

L'opposizione è in evidente crisi. Casini ripesca la stangata sulle rendite e incassa il via libera del domicratico Fassina. Da decidere solo cosa colpire: le rendite fi­nanziarie, gli immobili o i redditi più alti. E Veltroni aveva già proposto la patrimoniale

La ricetta del terzo polo per l'Italia? Più tasse

Roma - Vincenzo Visco è praticamen­te uscito dalla politica nazionale, ma il suo spirito aleggia sul Pd e, da ieri, fa capolino anche dalle parti del Terzo polo. Buon senso vuole che si scelgano prima i leader, che si definisca la geografia delle coali­zioni e solo alla fine si presentino i programmi, che sono strumenti po­litici scivolosi e a doppio taglio. Pd e centristi hanno invece deciso di bruciare le tappe. Non sono in vista elezioni. Non si sa bene né il chi né il quando del voto, ma loro hanno già preso l’impegno a fare quello che gli italiani non vogliono che la politica faccia: aumentare le tasse. Da decidere solo cosa colpire, ma le alternative sono tre: le rendite fi­nanziarie, gli immobili, ma anche i redditi più alti.

Il battesimo del nuovo corso tri­butario del centrosinistra, lo aveva officiato Giuliano Amato nel dicem­bre scorso proponendo una patri­moniale. A molti era apparsa solo una stonatura, la nostalgia per poli­tiche di emergenza dopo che an­che la sinistra sembrava essersi ar­resa al principio- irrinunciabile an­che per l’Ue - che le finanze pubbli­che si risanano tagliando le spese. 

Alla kermesse del Lingotto Walter Veltroni, si è posto l’obiettivo nobi­le della riduzione del debito e ha ri­lanciato con un «contributo straor­dinario » da parte dei più ricchi. Una specie di eurotassa triennale ai danni di dieci italiani su cento. Proposta bocciata dal responsabi­le economico del suo partito, Stefa­no Fassina: la patrimoniale «l’ab­biamo scartata perché sarebbe massimamente regressiva data la composizione e la residenza del pa­trimonio italiano». Critiche cadute nel vuoto, visto che il tema è stato ripreso dall’economista Pellegrino Capaldo, che ha proposto una tas­sa sugli aumenti di valore degli im­mobili. Una patrimoniale, insom­ma. Capaldo, che è di area centri­sta, è stato bocciato dal Terzo polo, ma solo per avere sbagliato bersa­glio. Meglio,hanno spiegato all’ap­puntamento di Todi gli esperti di Udc, Fli e Api, colpire i guadagni da investimenti e lasciare in pace il mattone. «Dobbiamo arrivare alla tassazione delle rendite finanzia­rie: vanno tassate maggiormente», ha detto ieri Pier Ferdinando Casi­ni alla convention del Terzo Polo a Todi, incassando - a differenza di Veltroni - il plauso di Fassina. Non è dato sapere se la proposta Pd-Udc sia compensata dall’alleggeri­mento delle imposte sui conti in banca, né i Bot siano inclusi. Di si­curo, c’è solo l’aumento delle tas­se.

E la conferma che le mobilitazio­ni di questi mesi contro i tagli impo­sti dal governo hanno centrato l’obiettivo: convincere un pezzo di politica che la strada non è ridurre la spesa, ma fare entrare più dena­ro nel bilancio pubblico, a spese, dei cittadini che già pagano. 

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