Brusio tra i giornalisti: se la Mostra è David, chi sarà mai Golia? Il Festival di Cannes? La Festa di Roma? Vero è che qui al Lido tutti ormai danno per quasi certa la riconferma dell'accoppiata Croff-Müller (entrambi i mandati sono in scadenza). Ci sarebbe solo da mettersi d'accordo sui tempi. Müller può contare sul sostegno di Galan e di Cacciari, nonché del ministro Rutelli, che avrebbe rinunciato all'ipotesi Irene Bignardi, oggi alla testa di Filmitalia. Croff poco o nulla piace a Cacciari e Galan, ma di nuovo l'ultima parola spetta a Rutelli, il quale non ha nessun interesse a terremotare la Biennale proprio ora che si sono trovati i 70 milioni di euro per costruire il nuovo Palazzo.
Mocassini vermigli, pantaloni a righe bianche e rosse, doppiopetto blu su camicia bianca, l'elegantone Croff misura le parole, ma deve avere in tasca una mezza promessa per dire: «I risultati di questi quattro anni peseranno molto nelle decisioni di chi queste decisioni deve prendere».
RONDI TALKS. Sulla faccenda interviene anche Gian Luigi Rondi, già presidente della Biennale e direttore della Mostra. In una lettera aperta a Müller pubblicata sul primo numero di Ciak in Mostra il venerabile critico dà i voti: «Ho seguito tutte le Mostre dal 1948 a oggi. Anche le 5 di Chiarini, le 4 di Lizzani, le mie 6. Le tue hanno avuto meriti eguali, ma con un respiro più ampio». Il circolo si chiude?
BIS ROSSELLA. Brindisi festoso alla tradizionale cena offerta dalla Medusa alla vigilia della Mostra (tranne l'anno scorso, causa litigio con Müller su un film rifiutato). Enrico Lucherini ha alzato il calice per gridare: «Domani è un altro giorno!». Memorabile frase di Via col vento. I cronisti hanno pensato fosse un omaggio a Rossella (Carlo), nuovo presidente Medusa, seduto lì di fronte.
Invece no: era un saluto a Rossella Falk. L'attrice che girò con Fellini e Losey è scesa all'Excelsior per seguire da spettatrice la Mostra. «Ho prenotato sei mesi fa», confessa aggirandosi un po' spersa, ma sempre altera, nella hall. SCUSE A CURCIO? Scrive Roberto Silvestri sul manifesto: «E dunque tocca scusarsi anche un po' con Curcio, per avergli riaperto la ferita di Mara Cagol e della strage, senza colpevoli, della Banca dell'Agricoltura e di decine di altre azioni dinamitarde contro veri innocenti senza le quali niente Br...». La Ardant avrà con chi parlare di anni di piombo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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