Fabrizio de Feo
da Roma
Il braccio di ferro sul riconteggio delle schede continua. Con una tensione crescente nelle Giunte delle Elezioni sia della Camera che del Senato. Dopo la conferenza stampa andata in scena mercoledì, con cui Forza Italia ha compilato la lista delle anomalie che hanno caratterizzato il verdetto e lo spoglio nelle elezioni politiche, ieri i rappresentanti azzurri hanno trasferito i loro propositi di lotta direttamente in Parlamento.
La richiesta è stata reiterata con veemenza. «È arrivata lora di sciogliere gli equivoci» dichiara in giunta Gregorio Fontana, lariete azzurro che da mesi sta perorando la causa del riconteggio. «Nei risultati delle ultime elezioni politiche cè stato un difetto di quadratura esiguo, pari allo 0,6 per mille. Si tratta di un difetto che impone di prendere atto che il sistema elettorale di conteggio delle schede non è in grado di apprezzare e misurare tali differenze. Per questo occorre procedere al riconteggio con mezzi adeguati di tutte le schede, a cominciare da quelle bianche e nulle». Una richiesta che è risuonata in entrambi i rami del Parlamento con toni ultimativi. La strategia dellUnione, però, non è cambiata. La parola dordine è fare muro, impedire di rimettere mano alle schede, chiudere ogni spiraglio di riconteggio, far decantare la vicenda Deaglio facendo spengere i riflettore sulla vicenda. La tattica, invece, è quella dellostruzionismo procedurale. «Bisogna prima attendere tutte le relazioni circoscrizionali. Una volta acquisite le relazioni si deciderà il da farsi» dicono i rappresentanti in giunta del centrosinistra. Un modo per rimandare sine die la decisione, visto che i «relatori» sono in maggioranza dellUnione. Il centrodestra, invece, a questo punto sta concentrando le forze per arrivare a uno show-down tra martedì e mercoledì prossimo, giorni in cui, almeno nelle loro intenzioni, si dovrebbe votare sul riconteggio. «Siamo alle solite» commenta Gregorio Fontana.
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