Cronache

Il ricordo Bernazzoli, l’artista del primo marchio del Salone

In occasione dei cinquant'anni del Salone Nautico ci sembra doveroso ricordare quello che fu il suo primo simbolo e che per diversi anni accompagnò la manifestazione: l'ago di bussola stilizzato, disegnato da Bernazzoli che vinse nel 1960 il concorso per il manifesto della «Prima Fiera internazionale delle comunicazioni marittime aeree e delle telecomunicazioni», quella che sarebbe diventata appunto il popolare Salone Nautico di Genova. E soprattutto ci sembra importante ricordare l'artista che lo disegnò. Dario Bernazzoli vinse il concorso con questo ago di bussola dai colori rosso, blu e verde, ma nel Sessanta egli aveva alle spalle una lunga ed intensa carriera di grafico pubblicitario. Nato nel 1908, iniziava giovanissimo a lavorare col suo maestro Mario Bertoglio nel 1928, dopo quattro anni di lavoro da operaio in tipografia. Presto Bertoglio gli cedette l'azienda e per dieci anni Bernazzoli curò una vasta clientela di piccole ditte genovesi, trasferendosi poi, nel 1939 e per qualche anno, a Milano; qui ebbe modo di incontrare e frequentare artisti come Bruno Cassinari, Remo Brindisi e coltivare l'amicizia con Ottone Rosai.
Ma restò comunque legato alla grafica e, tornato a Genova vinse il concorso nazionale per il manifesto della Costituente, iniziando quindi a collaborare con aziende italiane primarie nel campo industriale, commerciale e tra le compagnie di navigazione. Dalla Esso alla Fratelli Cosulich, all'Olio Dante di Giacomo Costa per citarne alcune. Nel 1957 assieme a Marco Biassoni, Flavio Costantini ed Ettore Verruggio, tutti molto più giovani di lui, apriva lo Studio Grafico Firma in piazza Corvetto, del quale farà poi parte anche Emanuele Luzzati. Il sodalizio non durò molti anni, ma fu in quegli anni che uscì tra l'altro il fortunato manifesto del Salone Nautico. Tuttavia, sul finire degli anni sessanta Bernazzoli scopriva un prepotente bisogno di pittura; la grafica stava prendendo strade che non gli erano più congeniali, e Bernazzoli si dedicò sempre più assiduamente alla tavolozza. E qui trovarono spazio quella calma e quella riflessione che diedero vita ad una pittura che dialogava tra verità e suggestione, tra realtà e sogno. Nasceva in questi anni la chiocciola che sempre, più o meno nascosta, accompagnerà i suoi dipinti: un'immagine stilizzata dell'umile mollusco dell'insalata che Bernazzoli adotterà come firma inconfondibile nella maggior parte dei suoi quadri.
A Bogliasco dove visse gran parte della sua vita, resta vivo il ricordo, oltre che di un grande artista, anche quello di una persona gradevole e signorile.

Come ebbe a scriverne Raimondo Sirotti che, alla sua scomparsa nel giugno 1999, lamentava come «Dario Bernazzoli se ne sia andato negandoci ora, quel suo passare signorile, discreto, gradevole per tutti, quel suo passare per le strade di Bogliasco divenuto sempre più lieve, certo più faticoso negli ultimi anni, dovendo egli aiutare i propri movimenti, con un bastone, che però non dava mai l'idea dell'impaccio, della difficoltà a muoversi, ma aggiungeva semmai, un tocco ulteriore alla sua già signorile presenza».

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