Il ricordo di Luigi Ferraro aspettando una strada per l’eroe

Un eroe di guerra che aveva saputo farsi conoscere e amare dai suoi concittadini anche come imprenditore. Sarà dedicata a Luigi Ferraro, medaglia d’oro al valor militare la cerimonia che si svolgerà domani nella Cripta ai caduti di Genova, in piazza della Vittoria dove in mattinata, alle 10, verrà celebrato l’anniversario della morte avvenuta il 5 gennaio 2006.
Sarà padre Celso da Favale a recitare l’omelia, mentre Gianni Plinio, ex vicepresidente del consiglio regionale, ieri ha scritto una lettera al sindaco di Genova Marta Vincenzi per chiederle che venga dedicata una strada alla figura del combattente, noto in tutto il mondo per il coraggio mostrato in azioni durante la Seconda Guerra Mondiale. da solo affondò tre navi nemiche, danneggiandone seriamente una quarta.
Nel dopoguerra, posto in congedo, si occupò del ricupero di navi affondate quindi, nel marzo 1948, fondò la prima società sportiva subacquea e curò la divulgazione della tecnica delle immersioni subacquee fra i civili facendo entrare la Subacquea nella Fips Federazione italiana pesca sportiva e organizzando insieme al Touring Club Italiano la prima scuola sportiva subacquea antenata dei moderni diving centre.
Nel 1948 Ferraro divenne collaboratore della Ditta Cressi Sub per la quale realizzò due fra la principali innovazioni della tecnica subacquea: la maschera Pinocchio e le pinne Rondine.
Nel 1952 organizzò a Genova una scuola per sommozzatori civili professionisti per conto del Ministero dell'Interno - Direzione Generale Servizi Antincendi, ai corsi della quale parteciparono Vigili del Fuoco, e successivamente Carabinieri, Guardie di Finanza, militari del Genio e Polizia di Stato.


«È assurdo che un personaggio del genere che onora Genova non abbia ancora una via dedicata nella propria città - dice Plinio - e la famiglia sarebbe contenta che Luigi Ferraro fosse sepolto nel Pantheon di Staglieno, con i genovesi illustri, lui ne avrebbe a parere di molti piano diritto. Non fu mai una figura di parte e fu sempre rispettata da tutti per la grande integrità morale».

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