Il gourmet, l'intellettuale, il regista. A un secolo esatto dalla sua nascita, il 16 novembre del 1906, del ruolo pubblico di Mario Soldati si è ormai detto tutto. Per capire cosa resta dell'uomo, basta invece perdersi nei vicoli di Tellaro, il paesino della costa ligure in provincia di Lerici, dove ha di fatto trascorso i suoi ultimi trent'anni, fino alla scomparsa nel giugno del '99. Il ricordo della gente parla di un appassionato di scopone, buona forchetta, amante della compagnia e fin troppo estroverso. Voci e umori degli abitanti schizzano il ritratto ambivalente di un fine intellettuale, che ospitava con la stessa disinvoltura Alberto Sordi e Robert De Niro, Gianni Boniperti e Federico Fellini, Walter Chiari e Sophia Loren.
Un uomo molto apprezzato per l'impegno in consiglio comunale, ma poi ostracizzato per le simpatie socialiste e l'amicizia con Bettino Craxi. «Gli intellettuali lo stimavano, ma il popolo non l'ha mai amato», riassume Armando Sarbia, per tanti anni amico e confidente di Soldati, che tutti indicano come la persona del paese a lui più vicina.
Via Gramsci, via della Pace: la diffidenza di Tellaro nei suoi confronti affonda le radici nella tradizione «rossa» di cui parla la toponomastica. «Soldati era notoriamente socialista, mentre questo - racconta il signor Armando - è sempre stato un feudo del Pci. Scrivendo su numerosi giornali, Mario aveva fatto diversi favori a Craxi, e quando lui era Presidente del Consiglio si era addirittura candidato al Senato nel collegio torinese della Fiat. Era una roccaforte operaia e infatti non è passato, ma l'ha fatto per portare voti al partito».
Per lo stesso motivo, anche il rapporto con un altro pezzo grosso come Gianni Agnelli, che - racconta ancora Armando -, oltre a cambiargli una macchina all'anno, nell'82 lo aveva mandato in Spagna a seguire i mondiali di calcio per «La stampa»: «Tutti lo usavano. Io provavo anche a metterlo in guardia, ma lui, avendo bisogno di soldi, non riusciva mai a rifiutare».
Oltre alla famiglia numerosa, tre figli in Italia, più altrettanti avuti in America, ad assorbire le finanze di Soldati era anche il suo disinvolto approccio alla vita. I tellaresi a lui più vicini lo ricordano come «un signore, che se guadagnava 100 spendeva 120, senza mai battere un ciglio». Sempre Armando, che più volte gli ha fatto da autista e accompagnatore, ricorda come la sua casa fosse un porto di mare: «Ogni sera a cena c'erano almeno 20 persone. Venivano l'editore Garzanti, Attilio Bertolucci, il padre di Bernardo, e poi anche Alberto Sordi, Zucchero e tanti personaggi del cinema. Una volta ha addirittura ospitato Robert De Niro per una settimana».
Si mangiava e chiacchierava a casa Soldati, ma soprattutto si giocava a scopone. Una passione, tramutata addirittura in un libro, che prima o poi ha coinvolto tutto il paese: «Amava molto giocare e ci invitava spesso nella sua villa - ricorda il signor Vittorio, oggi impiegato a La Spezia -. Soprattutto d'inverno, capitava anche che telefonasse la sera tardi, perché gli mancava il quarto. Era difficile dirgli di no e facile che si facessero le cinque del mattino».
A differenza del suo tuttofare Tobino, Soldati sembra però che non fosse abilissimo: «Giocavano in coppia - racconta ancora Vittorio - e una mano sbagliata alla fine di una partita gli è costata una volta una selva di parolacce e rimproveri».
Nonostante le apparenze, Soldati conduceva però una vita abbastanza ritirata. Apriva le porte della sua villa in riva al mare, piuttosto che partecipare direttamente alla vita del luogo. Significativa eccezione, il concreto impegno per il paese, che gli è valso la cittadinanza onoraria nella vicina Lerici: «Fu tra i primi a venire, alla fine degli anni 50 - ricorda Francesco, una vita all'Arsenale Militare di La Spezia -. Era un grande amante del posto e per Tellaro si è battuto molto. La chiesa stava franando sul mare e, insieme al parroco, si è impegnato in prima persona, per il rafforzamento della diga e la costruzione della falesia».
A Soldati non mancava però il carattere e proprio con il parroco è stato una volta protagonista di una divertente scaramuccia alla Peppone e Don Camillo: «Era stato convocato un consiglio comunale in piazza - ricorda Francesco -. Quando doveva parlare lui era però ormai mezzogiorno e le campane della chiesa si sono messe a suonare. Soldati se l'è presa col parroco, gridando al sabotaggio, e c'è mancato poco che se lo mangiasse dalla rabbia».
Lo stesso piglio caratterizzava poi il rapporto con René Cigalini, altro stimato amico, da cui era però diviso dalla fede politica. Ancora Francesco: «Cigalini era tra i capi storici del partito comunista. Si vocifera addirittura che fosse tra i finanziatori della sede di via delle Botteghe Oscure, a Roma. Aveva una casa qui in paese ed era pieno di soldi».
Per questo con Soldati erano sempre punzecchiature. Lui, socialista, lo prendeva in giro e lo inseguiva col bastone, urlandogli: «Tu, comunista coi soldi!».
Brio e partecipazione alla vita del paese vanno poi scemando negli ultimi anni. Agli acciacchi della malattia si aggiunge una sottile amarezza, che trapela dalle testimonianze del paese: «Soldati ha fatto tanto per Tellaro e Tellaro non gli ha dato niente - riassume in poche parole Armando -. Lo cercavano quando avevano bisogno di favori, ma poi non lo hanno mai ripagato per tutto quello che ha fatto. Per questo era diventato anche un po' diffidente. Frequentava tanta gente, ma di amici veri qui in paese ne aveva pochi».
L'amara conclusione di questa parabola si consuma poi alla sua scomparsa, avvenuta il 17 giugno del 1999 in seguito a una lunga malattia che l'aveva costretto all'isolamento nella sua villa alle porte del paese: «Nonostante a Lerici fosse stato addirittura nominato cittadino onorario - racconta ancora Armando - quando è morto, a Tellaro non l'hanno neanche voluto al cimitero.
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