Il ricordo di quelle vicende è imbarazzante per la sinistra

Nell’individuare le persone da sopprimere fu soprattutto prevalente una regia politica

Nel corso della seduta straordinaria congiunta del Consiglio Comunale e Provinciale, svoltasi per commemorare ed onorare i «Martiri delle Foibe» e per ricordare il grande Esodo di 350.000 italiani dalle terre sottratte all'Italia in seguito al Trattato di Pace del 1947, lo storico Arrigo Petacco, con una onestà che gli fa onore, ha semplicemente ricordato i tragici avvenimenti accaduti in Istria e nella Venezia Giulia, attenendosi alla realtà, alla verità dei fatti. La verità va accettata anche se può essere scomoda, non ci può essere una verità di parte, ma solo e unicamente la verità. Il ricordo di quelle vicende provoca imbarazzo ed irritazione ai comunisti ed alla sinistra italiana, perché emerge tutta la responsabilità ed il coinvolgimento del Pci.
Gli eccidi compiuti in quella parte d'Italia non vanno letti soltanto in termini di odio etnico, spinto fino al punto di una vera e propria «pulizia etnica». In realtà, fu messo in atto con la violenza, un disegno politico per l'affermazione dell'ideologia comunista nel processo di formazione del nuovo Stato jugoslavo. Sicuramente molto influì il conflitto etnico, che molto ben si prestava a far da collante nella caccia ai cittadini italiani (maggioranza in quelle terre), molto influì anche il disegno annessionistico slavo, peraltro condiviso e sostenuto dal Pci, ma fu predominante la componente ideologica: eliminare tutti coloro che erano d'intralcio o si opponevano all'instaurazione di uno Stato jugoslavo comunista. È infatti incontestabile che, nell'individuare le persone da infoibare, da deportare, da eliminare in qualche modo, accanto a un certo numero di vendette personali, vi fu soprattutto una prevalenza di chiara regia politica. A conferma di ciò che affermo, basta considerare che, accanto alle migliaia di Italiani uccisi ed infoibati, vi furono anche vittime di etnia slava (Croati, Sloveni e Montenegrini) colpevoli di aver combattuto contro i partigiani comunisti slavi e, questo è un dato assodato, vi furono dirigenti dell'antifascismo e della Resistenza, ma tutti anticomunisti.
Su un punto mi permetto di non essere d'accordo con lo storico Petacco, non risponde al vero che nelle foibe finirono anche molti partigiani comunisti italiani, i dati che si conoscono si limitano a soli cinque nominativi, è vero invece, come ho già detto, che furono infoibati molti militanti della Resistenza non comunista. Quel che è certo, è che gli infoibatori erano sicuramente tutti comunisti, slavi o italiani che fossero.

Se poi si prende in considerazione il periodo settembre-ottobre 1943 in Istria (dove sono stati attuati i primi massacri nelle foibe), è d'obbligo ricordare che i gruppi partigiani erano sotto il comando di comunisti italiani, non slavi. Questo per la verità. Volete i nomi? Sono pronto a farli!
*esule da Pola

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