Seconda lettera contraria. Attesa, benvenuta, quasi invocata, direi. Annegata in un mare di posizioni a favore della nostra linea del Piave, quella del garantismo assoluto, soprattutto per gli avversari politici, di cui vi ringrazio enormemente. La stessa linea che, con enorme piacere, ho trovato fra gli inquilini del Popolo della libertà, mai così compatti, seri e responsabili. Mi capita spesso di criticarli. Stavolta, complimenti vivissimi.
Eppure, anche la lettera di critica mi fa piacere perchè mi dà loccasione per tornare sul caso tangenti e sulla linea del Giornale. Lavevo già anticipato: abbiamo sempre denunciato lo scandaloso e perverso intreccio fra la sinistra genovese e gli affari e quindi questa inchiesta non può che farci piacere. Il rispetto del lavoro dei magistrati è massimo, così come la convinzione che chi ha sbagliato deve pagare, penalmente e politicamente. Ma, allo stesso modo, siamo garantisti e ribadiamo che il motivo per cui ci piacerebbe vedere la giunta Vincenzi a casa è tutto politico: e cioè perchè non ha fatto niente di buono per la città in un anno.
Scrive (come al solito solo agli indirizzi internet e a quelli milanesi) il signor «Giorgio Berna, Genova». Che non appare nè sullelenco del telefono, nè su quello di chi ha pagato le tasse a Genova nel 2005. Quindi - avendo rintracciato in tutta Italia solo un medico di Montebelluna e un assessore di Erba con questo nome - non sono riuscito a rispondere di persona, ma solo via mail, alla sua «seria lamentela pagine liguri». Il signor Berna ci imputa sostanzialmente tre cose.
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