Ricostruzione in Abruzzo, da oggi 3mila sfollati hanno di nuovo un tetto

Da oggi trentamila sfollati andranno in alberghi e residence. Mentre tra dieci giorni saranno pronte le prime case

Ricostruzione in Abruzzo, da oggi  
3mila sfollati hanno di nuovo un tetto

L’Aquila La grande smobilitazione parte il giorno prima della ricorrenza: domani 6 settembre, l'Aquila inizia il suo sesto mese di vita dal terremoto. Da stamattina trentamila sfollati lasciano i campi. Era già stabilito. Arriva il freddo, l'estate qui si chiude con agosto. La stagione delle tendopoli finisce. Entro 24 giorni tutti i terremotati dormiranno sotto un tetto. Le città blu dell'Aquila, che ormai colorano a piccole macchie la conca abruzzese come un marchio di identità, saranno smontate, piegate, infilate nei camion, trasportate nei magazzini della Protezione civile, sterilizzate e inscatolate. Colonne mobili delle Regioni sono pronte a partire verso le sedi sul territorio per trasportare tende-case, tende-mense, tende-chiese, container e bagni chimici. Una macchina organizzativa possente diretta dalla Protezione civile sta distribuendo gli ormai ex abitanti delle tende in alberghi, residence, e nella scuola della Finanza di Coppito, già sede del G8. Questo tipo di ospitalità è destinata a chi è proprietario o affittuario di una casa da abbattere, o gravemente compromessa. Per tremila di loro il 15 settembre saranno pronte le prime abitazioni nuove della Protezione civile. Entro il 28 settembre saranno consegnate in tutto 13 palazzine. Gli aquilani che hanno un'abitazione agibile, nelle fasce denominate A e B, devono invece rientrare nei loro appartamenti.
C'è un futuro nuovo da adesso. Domani riaprirà anche via XX settembre, la strada dei 18 morti. Ma all'Aquila si respira anche la strana paura di lasciare l'odiata tenda blu della convivenza forzata e della noia. È un'assuefazione che può scivolare nella rabbia. E infatti il grande trasloco diventa da questa mattina materia di ordine pubblico.
L'esodo delle tendopoli inizia quindi oggi da piazza d'Armi, il campo simbolo dell'Aquila. Entro stasera oltre mille persone dovranno lasciare le tende. «Vuoi fare un giro all'interno? Vai, ma a tuo rischio e pericolo», mettono in guardia i volontari della Protezione civile all'ingresso.
Dentro, si nota un insolito via vai di poliziotti e carabinieri. Alcune famiglie hanno minacciato di non voler lasciare la tenda. Pullmini arancioni per il trasporto dei terremotati sono pronti a partire. Auto cariche all'inverosimile sono parcheggiate nei vialetti.
I beni personali non di prima necessità sono stati tutti etichettati con una barra magnetica e sono stati trasportati alla solita Scuola della Finanza di Coppito, il deposito del grande trasloco dell'Aquila. Nelle tende i terremotati avevano inserito nel corso dei mesi pezzi delle loro case sventrate: televisori, frigoriferi, librerie, che ora non possono portare con sé negli alberghi. Ma il problema principale adesso è proprio legato all'accoglienza: alcune strutture dell'Aquila avrebbero opposto resistenza ad accogliere terremotati.

E quindi cinque albergatori iscritti alla Confcommercio hanno minacciato: «Ci sia un provvedimento che obblighi tutti gli albergatori a mettere a disposizione le proprie stanze. In caso contrario, non faremo entrare nessuno».

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