Ricusato il giudice processo Parmalat a rischio

da Milano

Il giudice che ha rinviato a giudizio Morgan Stanley per le accuse di complicità con la Parmalat di Calisto Tanzi non poteva emettere quella sentenza. Quindi quel rinvio a giudizio della banca americana non vale nulla. E quindi si ricomincia da capo. Lo ha deciso ieri la Corte d’appello di Milano e per il fronte ambrosiano dei processi al crac di Collecchio non è solo un passo falso.
Quella che le altre banche sotto accusa puntano ora a innescare è una retromarcia generale che farebbe precipitare nel baratro della prescrizione il processo per bugie raccontate ai mercati e ai risparmiatori. L’accusa di aggiotaggio si prescrive in fretta, e ricominciare tutto dall’udienza preliminare significherebbe una corsa priva di speranza contro il calendario. A rispondere della disinvoltura con cui i bond spazzatura di Collecchio vennero piazzati a ridosso del crac rimarrebbero solo Tanzi e i suoi diretti collaboratori.
La decisione della Corte d’appello appariva ormai inevitabile, dopo che la Cassazione aveva dato indicazioni precise e la stessa Procura generale si era rassegnata a chiedere l’accoglimento della ricusazione avanzata da Morgan Stanley. Il giudice Cesare Tacconi, dice la sentenza, non poteva esprimersi sulle colpe delle banche perché si era già espresso, nella stessa vicenda, sul ruolo dei vertici Parmalat. Ma, per quanto attesa, la decisione innesca ore febbrili sia nelle stanze della Procura, che cerca di quantificare i danni, che negli studi legali che assistono le altre banche - Deutsche Bank, Ubs, Bofa e Citygroup - imputate di aggiotaggio, e che vorrebbero ora accodarsi al successo di Morgan Stanley.
«Noi lo avevamo detto, al giudice Tacconi, che lui quella sentenza non la poteva fare, e non ci ha voluto dare retta», sorride un avvocato. In realtà pare che all’epoca qualche dubbio di opportunità fosse stato sollevato dalla stessa Procura, e anche i rappresentanti dell’accusa si erano scontrati con le certezze dei giudici: non c’è nessuna incompatibilità, Tacconi va avanti. Linea che ieri viene demolita dalla Corte d’appello. Cosa accadrà esattamente è presto per dirlo. Negli studi legali tira aria di soddisfazione, ma la Procura - dopo avere analizzato la situazione - sembra per ora convinta di poter proseguire sulla sua strada.

L’uscita di scena di Morgan Stanley viene considerata danno minore, perché la banca ha comunque già trovato un accordo con la nuova Parmalat per risarcire i danni.
Mentre Deutsche Bank e Ubs, secondo la Procura, non potrebbero accodarsi alla ricusazione perché già una volta si sono sentite dire di no dalla Cassazione.

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