«Ridisegnerò i ruoli di Linate e Malpensa»

Paolo Stefanato

da Milano

Giuseppe Bonomi si è insediato lunedì alla presidenza della Sea, un ruolo che aveva già ricoperto tra il 1997 e il 1999. Rientra al gestore aeroportuale milanese forte dell’esperienza maturata poi come numero uno dell’Alitalia, proprio nel momento in cui si discute sul futuro della compagnia all’aeroporto di Malpensa e sul dualismo aeroportuale tra Milano e Roma.
Lei per molto tempo ha sostenuto che Malpensa doveva essere un grande aeroporto hub, e cioè di smistamento di passeggeri; poi ha cominciato a parlare di grande aeroporto intercontinentale. Che differenza c’è?
«Lo sviluppo del trasporto aereo ha portato a superare il concetto di hub, che è stato usato molto negli anni Novanta e poi ha perso mordente a causa della crisi dei vettori nel mondo. È diventato, semplicemente, un termine desueto. Comunque, si usi o non si usi il termine hub, Malpensa è nata per dotare un’area importante del Paese di una struttura che garantisse un’accessibilità intercontinentale diretta che non aveva. Oggi è una realtà e occorre la volontà di svilupparla. Il nostro obiettivo finale resta lo stesso, ed è chiaro che il lungo raggio deve essere alimentato dal breve e dal medio».
Si dice sempre che un grande scalo e una grande compagnia di riferimento sono due fattori reciproci.
«Alitalia per la Sea è il primo cliente e seguo con estrema attenzione gli sviluppi della sua crisi. Attendo il nuovo piano industriale e credo che il risanamento ormai non possa prescindere da una partnership industriale».
Un accordo con Air France penalizzerebbe Malpensa?
«Sulla carta sì, ma nel Nord Italia l’Alitalia vende il 62% dei suoi biglietti business».
Come vede il dualismo Malpensa-Fiumicino?
«È uno degli effetti della crisi della compagnia; non è alimentato dai gestori ma dai politici, e sconta la debolezza complessiva del sistema italiano del trasporto aereo. Se Alitalia “ripiegasse” su Fiumicino, come vorrebbero alcuni, non riuscirebbe a gestire tutto il traffico intercontinentale. La realtà è che Alitalia non può rinunciare né all’uno né all’altro, e che il sistema deve cercare uno sviluppo armonico».
Linate è il principale concorrente di Malpensa?
«I criteri di ripartizione del traffico hanno limitato lo sviluppo di Malpensa. Ma oggi non ci sono le condizioni e la coesione politica per ipotizzare un nuovo decreto che risolva i problemi. Dovrà farsene carico la Sea, riflettendo sulle vocazioni dei due aeroporti».
Cioè?
«Abbiamo due “opifici”, Linate e Malpensa, diversi tra di loro,che esigono livelli di servizio diversi, e questo rientra nei compiti della Sea. In tempi brevi individueremo delle soluzioni che permetteranno di riequilibrare la natura - non, si badi, i volumi - del traffico».
Come?
«Linate sarà un gioiello orientato al point to point».


La Sea sarà privatizzata?
«La domanda va posta all’azionista. Le posso dire però che ho trovato una società - e ne rendo merito al mio predecessore - che per molti aspetti agisce con trasparenza e strutture da società quotata».

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