«Riecco il meccanismo mediatico-giudiziario»

RomaGarantista, anche nei confronti degli avversari politici. «Si è scatenato di nuovo il meccanismo mediatico-giudiziario delle intercettazioni e delle indagini, che credo non sia positivo per il Paese» e «mi auguro che le accuse rivolte ad amministratori della sinistra possano essere ridimensionate». Detto questo, però, per Silvio Berlusconi non è ancora immaginabile sedere, in prima persona, a un tavolo con Walter Veltroni. Anche se la speranza nel «confronto parlamentare», per una riforma condivisa sulla giustizia, rimane. «Siamo aperti ad eventuali suggestioni dell’opposizione», afferma, dopo aver garantito tempi «immediati», grazie a un testo già pronto. E che - ricorda, intervenendo al mattino a Panorama del giorno, condotto da Maurizio Belpietro - andrà «avanti di pari passo» con il federalismo fiscale e sarà presentato «alla ripresa dei lavori».
Insomma, il premier apre, in linea di principio, al confronto con il Pd. Ma al momento, non è aria. Perlomeno, è quanto fa intendere, valutando quanto dichiarato dal segretario dei democratici, che non accetta «lezioni» dal Cavaliere. «Andate a sentire», è l’invito che rivolge ai cronisti che lo attendono in un albergo di via Veneto, dove riunisce a pranzo gli europarlamentari azzurri per gli auguri natalizi, con un orecchio rivolto alla direzione del Pd («Cosa succede? Veltroni ce la fa?», domanda in sala).
E così, a chi gli chiede un commento sull’appello veltroniano per riformare i partiti e scrivere una sorta di codice etico, risponde: «Non credo si possa fare niente insieme, fin quando questi signori continuano a comportarsi così». E se Veltroni propone una scuola di formazione politica del Pd al Sud, con Roberto Saviano come docente, lui risponde: «Non mi viene nulla di intelligente da dire, evidentemente - ironizza - è una proposta troppo intelligente a cui non so rispondere». A seguire, non si sbilancia sull’ipotesi dimissioni per il governatore della Campania, Antonio Bassolino: «È una cosa che non posso pensare, tocca a lui decidere».
Sempre in tema giustizia, breve parentesi tv. «Ho guardato Annozero», la trasmissione di Michele Santoro, racconta a tavola, «e ho visto che hanno addirittura simulato una sorta di fiction su fatti che non sono ancora andati a processo, basata sui testi delle intercettazioni». «È una cosa inaudita, a cui bisogna porre un rimedio», denuncia il premier, convinto che «bisogna finirla con questi processi mediatici».
Ma il presidente del Consiglio, che nel pomeriggio brinda nella sede di Forza Italia, accolto da alcuni zampognari pugliesi, torna pure sulla crisi economica: «La situazione è nelle mani di tutti noi, dei cittadini consumatori». Ma in ogni caso, se «porterà alla messa in cassa integrazione di numerosi lavoratori, abbiamo preparato le risorse per poter pagare il 70% degli stipendi». Il governo, aggiunge, con le risorse a sua disposizione ha fatto finora tutto il possibile. E «non è vero» che Emma Marcegaglia, leader di Confidustria, abbia mosso critiche. Anzi, «mi ha ringraziato pubblicamente e mi ha fatto i complimenti in privato su queste misure».
Berlusconi, poi, smentisce attriti fra Giulio Tremonti e Mario Draghi: «È chiaro che ci si confronta sulle varie posizioni, ma non si può parlare di polemica. C’è qualche momento dialettico, come tra tutte le persone che pensano con la propria testa».
Il Cavaliere, intanto, chiude il cerchio con due rassicurazioni. La prima riguarda le richieste fatte dal Partito dei pensionati, a cui, secondo quanto riferisce il suo segretario Carlo Fatuzzo, risponde che «saranno quanto prima soddisfatte».

Poi, garantisce che «i soldi» per la Protezione civile «saranno trovati, ci mancherebbe altro», stoppando così le voci circolate su Guido Bertolaso, pronto a lasciare in assenza di risposte chiare dal governo «entro il 5 gennaio». «La minaccia di dimissioni rientrerà», assicura quindi il premier. Infine, un accenno al Pontefice: «Con Papa Ratzinger ho un rapporto splendido, bellissimo».

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