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Rifinanziamento missioni, slitta la decisione Lo strappo di Castelli: io non voterò, Bossi lo sa

Slitta a martedì prossimo il voto al Senato sul rifinanziamento delle missioni: adesso è iniziata la discussione generale, martedì 26 ci sarà la replica del governo, le votazioni sugli emendamenti e il voto finale. Ma il leghista Castelli annuncia: "Io non voterò, ne ho già parlato con Bossi"

Rifinanziamento missioni, slitta la decisione  
Lo strappo di Castelli: io non voterò, Bossi lo sa

Roma - Slitta a martedì prossimo il voto al Senato sul dl di rifinanziamento delle missioni internazionali. L’assemblea di Palazzo Madama ha così accolto la proposta del presidente di turno, Vannino Chiti: adesso è iniziata la discussione generale, martedì 26 ci sarà la replica del governo, le votazioni sugli emendamenti e il voto finale. "Come già annunciato ieri sera, non parteciperò al voto in Senato", assicura nel frattempo il viceministro Roberto Castelli.

Il chiarimento sull'orientamento del governo E' iniziata con una sospensione la seduta dell’aula del Senato che oggi avrebbe dovuto votare il decreto di rifinanziamento delle missioni internazionali. Il senatore del Pd, Tonini, e poi il relatore Bettamio (Pdl) hanno infatti chiesto un chiarimento sul "reale orientamento del governo" sulla questione. Il sottosegretario alla Difesa, Giuseppe Cossiga, ha chiesto quindi una sospensione per approfondire il tema, accordata dal presidente di turno Vannino Chiti. "Ieri sera in commissione - ha detto Tonini - ci siamo lasciati con un voto unanime circa un orientamento. Questa mattina leggiamo dichiarazioni contrastanti: se qualcosa è cambiato, forse meglio chiarirlo prima dell’avvio di ogni discussione in aula". D’accordo con lui il relatore Bettamio: "Se il governo ci dice quali sono gli interventi a cui pensa, possiamo valutarli opppre decidere che è necessario un ulteriore approfondimento". Il sottosegretario ha preferito affrontare la questione in un’altra sede e per questo ha chiesto la sospensione.

La decisione di Castelli Quella del leghista Castelli è una decisione esclusivamente personale. "Ne ho discusso ieri con Umberto Bossi - assicura - le motivazioni sono molte e troppe per essere tutte ricordate. Richiamo le più importanti, che mi hanno determinato in questa scelta, sicuramente la più difficile della mia ormai lunga avventura politica nella Lega Nord. È infatti la prima volta che mi trovo a prendere una decisione difforme da quella del mio partito". "Ma sono contento che Umberto Bossi abbia capito le mie ragioni, derivate anche dalle mie esperienze di vita.

Fui infatti presente in Serbia durante i bombardamenti voluti dal governo D’Alema - conclude l'esponente del Carroccio - toccai con mano l’effetto delle bombe 'intelligenti' e l’incredulità e lo sgomento del popolo serbo, donne, uomini e bambini in tutto e per tutto uguali a noi, che non riuscivano a capacitarsi del perchè una nazione considerata amica come l’Italia li stesse bombardando".

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