da Napoli
Oltre 120 milioni rimasti inutilizzati e 12 impianti di compostaggio mai realizzati. Il buco nero dellemergenza rifiuti in Campania inghiotte le storie di ennesimi sprechi e di cattiva gestione commissariale. La denuncia, attraverso unintervista al Corriere del Mezzogiorno, è dellassessore regionale Walter Ganapini, che ha intrapreso una sorta di personale ricognizione del territorio e della situazione che lo sta portando, in questi giorni, a visitare tutte le province campane incontrando anche gli amministratori locali. Il «mago» dellemergenza milanese, colui che, a quanto si narra, tirò fuori il capoluogo lombardo dal baratro di una crisi ambientale («ma in quella situazione afferma nellintervista non cerano impianti, in Campania sì»), punta lindice su alcune delibere e decreti dirigenziali che, allatto del suo insediamento, avrebbe trovato nei cassetti di Palazzo Santa Lucia nelle quali si stanziavano risorse per la differenziata mai utilizzate.
Ma la meraviglia dellex presidente di Greenpeace si fa ancora più grande quanto parla di 12 impianti di compostaggio nel salernitano, precisamente a Giffoni Valle Piana e dintorni, mai montati dal 2002, anno in cui il Commissariato di Governo, allora retto da Antonio Bassolino, aveva bandito una gara dappalto vinta da una ditta piemontese mai pagata e, quindi, sentitasi in pieno diritto di riprendersi gli impianti. «Ora io ho messo in contatto racconta Ganapini limprenditore con De Gennaro e probabilmente la vicenda finirà con una transazione e gli impianti verranno montati in 40 giorni. Non è vero che non cè chi non vuole investire qui. Ce ne sono tanti». La domanda nasce spontanea: perché, allora, gli imprenditori non lo fanno. Semplicemente perché si troverebbero di fronte a storie come quelle dellimpianto di Cdr di Tufino, oggetto di una visita dello stesso Ganapini, che chiedendo chiarimenti ai tecnici del Commissariato si è sentito rispondere che allinterno della struttura erano stipate dalle 10mila alle 80mila tonnellate di spazzatura. «Limpianto di Tufino afferma lassessore nellintervista è pulitissimo, intonso. Allora perché è fermo?». Sarebbe bastato spostarsi di pochi chilometri e recarsi alla Procura di Nola per scoprire la verità: il Cdr è sotto sequestro dallagosto del 2006 in seguito ad una serie di roghi ritenuti dolosi, per i quali sono state rinviate a giudizio quattro persone, tra le quali Michele Greco, componente dellUnità di crisi che affianca il commissario Gianni De Gennaro. In verità, nel dicembre del 2006 lallora delegato governativo Guido Bertolaso aveva ottenuto il dissequestro dellimpianto ma le prescrizioni dei magistrati prevedevano che non dovesse restare nemmeno un grammo di immondizia giacente: cosa impossibile in una situazione come quella campana.
Ma il vero e proprio atto di accusa, che non risparmia nessuno, compreso lattuale inquilino di Palazzo Santa Lucia, Bassolino (mai citato esplicitamente da Ganapini, ndr), è quello nel quale lassessore campano allAmbiente afferma che «è mancato chi capiva di rifiuti. Se si danno letteralmente i numeri, il commissario De Gennaro come può operare?». E come può sperare di risolvere un disastro che Report, domenica scorsa, ha riportato per lennesima volta sotto i riflettori mostrando il termovalorizzatore di Acerra e le pecore morte e deformi.
«Rifiuti, dimenticati nel cassetto 120 milioni»
Lassessore campano allAmbiente: «Ci sono 12 impianti fermi dal 2002 perché non hanno pagato la ditta che ha vinto lappalto»
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