Rifiuti e scarso senso civico seppelliscono la Campania

La differenza tra il Nord e il Sud dell’Italia non sembra destinata a diminuire. La «questione meridionale» sembra ormai rimossa dalla politica e dalla cultura. In compenso, è stata affiancata dalla «questione settentrionale» che, nella sostanza, consiste in questo: una società avanzata che non può fare affidamento sulla presenza di un moderno ed efficiente Stato. La differenza tra Nord e Sud non è solo legata alla politica o alle istituzioni, quanto alla società civile. Esempio: qual è la regione italiana più povera di «capitale sociale» (social capital)? La Campania. Quel «tesoro nascosto» costituito da relazioni libere e disinteressate, da virtù civiche, da fiducia nelle istituzioni è in Campania pari a zero e, in alcuni casi, a meno di zero.
Una ricerca sul campo fatta da Roberto Cartocci e pubblicata da il Mulino, Atlante del capitale sociale in Italia, ci fa capire il disastro della regione meglio di qualunque critica politica. È qui, infatti, che si leggono meno giornali, è qui che è più bassa la partecipazione elettorale, è qui che è bassissima la donazione di sé, è qui che è irrilevante l’associazionismo sportivo, è qui che la mobilità sanitaria tra entrate e uscite presenta un saldo con un dato drammatico: -69.340 persone. È qui che è diventato «normale» avere la spazzatura per strada.
Per avere un quadro più preciso, riportiamo i dati caso per caso. La diffusione dei quotidiani: in Trentino c’è una diffusione giornaliera di 145,63 quotidiani ogni mille abitanti. In Campania? Uno scoraggiante 34,95, praticamente l’ultima regione d’Italia con Molise e Basilicata. La partecipazione al voto tra il 1999 e il 2001 è pari a 46,1, la partecipazione più bassa insieme alla Calabria e alla Sicilia. Come misurare la donazione di sé? Con il sangue. Al primo posto c’è l’Emilia Romagna (32,2 donatori ogni mille abitanti), all’ultimo la Campania (14,1). E se si considerano le donazioni il divario aumenta fino a triplicarsi (18,3 la Campania, 58,1 l’Emilia).
L’indice finale della classifica del capitale sociale vede primeggiare in negativo la Campania con uno «splendido» -5,7 mentre la Calabria è a -5,6. Non a caso le pagine della ricerca si aprono con Napoli, il dramma della criminalità e l’aumento degli omicidi. Non si prende in considerazione, invece, il disastro politico, amministrativo, ambientale e sanitario dei rifiuti, semplicemente perché il dramma è tale da impedire qualsiasi tipo di «rilevazione». Eppure, nel «caso napoletano» parlare di criminalità e camorra rischia di confondere le cose.

Napoli ha nella sua criminalità organizzata una «società a parte» o un «mondo parallelo» che convive «accanto alla grande maggioranza dei cittadini». Il problema-Napoli è in questa «grande maggioranza dei cittadini», nella qualità civile della sua società, nel senso civico e nella incapacità della classe politica di costruire giorno per giorno le istituzioni.

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