Bruxelles - La Corte europea di giustizia del Lussemburgo ha condannato l’Italia per la tardiva e quindi non corretta applicazione della direttiva volta a prevenire le ripercussioni negative sull’ambiente derivanti dalle discariche di rifiuti. L’Italia era stata deferita ai giudici Ue dalla Commissione. Secondo l’esecutivo europeo, il decreto legislativo di applicazione della norma comunitaria violava alcuni articoli della stessa direttiva che definisce la nozione di rifiuti e di discariche.
La direttiva prevede che gli Stati elaborino una strategia nazionale per la riduzione dei rifiuti, stabilisce regole sui costi dello smaltimento, prevede la procedura di autorizzazione di nuove discariche e sottopone quelle preesistenti a misure particolari. La Commissione ha accusato l’Italia di aver applicato la direttiva tardivamente e così facendo di non averla applicata bene. Oggi la Corte ha riconosciuto valide le obiezioni sollevate dall’esecutivo europeo ed ha condannato l’Italia alle spese.
La replica del governo italiano La condanna della Corte di Giustizia dell’Ue è dovuta al ritardo con cui fu recepita una direttiva del 1999 riguardante le discariche dei rifiuti: l'Europa, infatti, dava tempo ai paesi membri fino al 2001 per il recepimento delle norme. L'Italia invece la recepì solo nel 2003 con un decreto legislativo del governo Berlusconi. Di conseguenza, la Corte contesta anche gli effetti derivanti dal decreto di recepimento del 2003.
Il ministero dell’ambiente precisa così la posizione del governo italiano riguardo alla posizione dell’Ue sui rifiuti italiani. Il governo - prosegue la nota - è però già intervenuto, adeguandosi a quanto l'Europa chiede grazie ad una norma approvata lo scorso 1 aprile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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