Quaranta minuti di telepredicazione di Roberto Saviano - lui la chiama «narrazione» - per mettere a nudo le cause dello scandalo rifiuti in Campania. Lo scrittore rifiuta (è il caso di dirlo) la parola emergenza: prolungandosi da 16 anni si tratta ormai di un dato fisiologico. Rifiuta ancora l’etichetta di «terroni zozzoni»: l’inventore della raccolta differenziata è nientemeno che Ferdinando II di Borbone, anno Domini 1832, monarca che invitò i concittadini a tenere separati «i frammenti di cristallo e vetro» pena l’arresto. «Non siamo predisposti alla monnezza», scandisce l’eroe di quell’«Ufo televisivo» che è il programma Vieni via con me secondo il quotidiano francese Le Monde.
E allora come mai Napoli è diventata la vergogna d’Europa? Che cosa ha portato a formare una montagna di spazzatura illegale gestita dalle ecomafie che secondo i calcoli di Saviano è alta addirittura il doppio dell’Everest? La risposta è semplice, i colpevoli additati ai milioni di spettatori sono due. Il Nord Italia e Silvio Berlusconi. Lo scrittore parla di responsabilità diffuse, politici, imprenditori, camorristi, massoneria deviata. Risale alla fine degli Anni Ottanta per accordi sottobanco che prevedevano lo smaltimento di rifiuti tossici in cambio del finanziamento di certe campagne elettorali. Fa scendere una lacrimuccia stabilendo che l'emergenza è scattata 16 anni fa: è il 1994, fatalità l’anno in cui Berlusconi vince per la prima volta le elezioni, quello fatidico della discesa in campo. E all’inizio del programma Fabio Fazio elenca tra i «desideri impossibili», assieme alla «tv che si occupi di politica ma senza politica che si occupi della tv», anche l’utopia che non si dica più «scendere in campo» ma «servire il Paese».
Ma contro Berlusconi non ci sono soltanto riferimenti generici e indiretti. Saviano fa leggere al regista Gabriele Salvatores le sette dichiarazioni in due anni del premier secondo cui «l’emergenza è risolta». Le promesse non mantenute, secondo lo scrittore, sono anche peggio degli sporchi traffici camorristici perché rubano la speranza ai meridionali, gli cuciono addosso etichette che non meritano. Salvatores legge e Saviano ridacchia. Ed ecco cucita addosso al premier l’etichetta di quello che ha alimentato il caos.
L’altro imputato è il Nord. «La dinamica è semplice - dice il nuovo Savonarola - le discariche sono piene, la magistratura le sequestra, i camion non scaricano, la monnezza resta per terra, si moltiplicano i roghi per bruciarla». Accidenti, ci voleva Vieni via con me per smascherare quello che è sotto gli occhi di tutti. «Tutta colpa della politica, ha fatto tutto in modo disastroso, destra o sinistra sono uguali anche se le responsabilità sono diverse. Sono stati spesi otto miliardi di euro in 10 anni per l’emergenza, una massa di denaro su cui la politica ha speculato senza risolvere nulla, ma facendo guadagnare una delle più grandi aziende d’Europa, la camorra».
E perché le discariche sono piene? Forse perché c’è un solo inceneritore in tutta la regione fatto aprire dall’esercito schierato da Berlusconi e funzionante per appena un terzo del potenziale? Forse perché ogni paesucolo dichiara guerra allo Stato quando nelle vicinanze si ipotizza di aprire un nuovo smaltitore? Forse perché la camorra sobilla la popolazione per non perdere l’eco-business che vale un fatturato pari a quello di Telecom? No. Colpa dei rifiuti del Nord. Le aziende del Nord hanno sversato in Campania parte dei rifiuti destinati allo smaltimento in Africa. La grande distribuzione del Nord ha strangolato gli agricoltori del Sud obbligandoli a trasformare i frutteti in ricettacoli di ecoballe perché così i terreni rendono di più. «Nord-Sud, Nord-Sud: è questo il messaggio che deve passare», ripete Saviano il quale accusa i politici che dicono: non vogliamo la spazzatura di Napoli. «Invece la monnezza è di tutti, il Paese è fatto di vasi comunicanti - pontifica lo scrittore - ragionare così è da codardi, miopi e in malafede». Da intoccabili, verrebbe da aggiungere.
Come Saviano.
Tra i «desideri impossibili» di Fazio, infatti, c’è anche la museruola al Giornale: «Nessun giornale faccia più una raccolta di firme contro Roberto Saviano perché non è un partito politico ma è molto di più, è una persona». La formula dell’elenco invece rende molto misero l’intervento del comico Corrado Guzzanti, l’unico a strappare qualche sorriso con le sue freddure contro tutti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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