Roma

Rifiuti porta a porta, fallimento in centro

Marcello Viaggio

Porta a porta. Niente a che vedere con il talk show del Bruno nazionale. Ma con la raccolta differenziata lanciata un anno fa dall’Ama fra i condomini di alcuni rioni del centro. Un esperimento, nei piani, rivoluzionario, da estendere gradualmente a tutta la città storica. Risultato? La campagna è partita con il piede sbagliato, e finita peggio. Praticamente defunta. Sepolta. Di ufficiale, il Comune non comunica nulla. Ci mancherebbe. Ma fonti interne all’Ama, dirigenti con responsabilità sul centro storico, non hanno difficoltà ad ammetterlo: non ce l’abbiamo fatta. E i residenti, di rincalzo: la campagna non è mai cominciata, in alcuni palazzi non è mai stato ritirato un solo sacchetto.
Più che una sconfitta per ko, un lancio della spugna al primo round, insomma. La campagna della raccolta porta a porta era partita ufficialmente il 1° marzo 2004. Nel Tridente. Beneficiarie 5mila famiglie, rifornite a domicilio di «appositi sacchetti trasparenti» per vetro, plastica, metalli, da lasciare, insieme a «ballette» di carta e cartone, davanti alla porta in giorni prefissati. Il prelievo dell’Ama sarebbe avvenuto una volta alla settimana per la carta, due volte per il resto. Ogni cosa doveva essere fatta in un certo modo. I sacchetti depositati non oltre le 7 del mattino, i contenitori di plastica bene sciacquati, e così via. A luglio si prevedeva di allargare la raccolta «porta a porta» ad altre 15mila famiglie della città storica.
Subito palesi le difficoltà. «Dovremo tenerci bottiglie, scatolette e vecchi giornali in casa per una settimana?», la protesta di molti. «Neanche a dire di tenere la roba sul pianerottolo, il palazzo diventerebbe ricettacolo di immondizia», aggiunsero altri. Una soluzione: mettere tutto nel cortile. Ma dove non c’era? Difficile anche tenere a mente i giorni esatti, gli orari. Insomma, una babele. «La gente ha bisogno di tempo», osservarono i più ottimisti: «Ma l’Ama dovrebbe passare più spesso, 1-2 volte alla settimana è poco». E un anno dopo? «La raccolta è stata un fiasco - dice senza mezze parole Giuliano Romano, portavoce del comitato di quartiere Il Tridente -. Dal mio palazzo, in vicolo della Lupa, abbiamo sempre dovuto telefonare all’Ama perché venisse a prendere i sacchetti. Il lunedì, venerdì e sabato già non passavano per la raccolta normale, figuriamoci per quella differenziata. Tenevamo i sacchetti, senza che li raccogliessero. Semmai, l’altra la portavano via, ma quella differenziata no». E non è tutto . «Il pomeriggio, - racconta Romano - a raccogliere l’ultima immondizia al mercatino di via Bocca di Leone, veniva uno squaletto. Se notava i sacchetti fuori del portone, caricava tutto insieme, ortaggi e carta. Così abbiamo detto basta. Da un certo momento abbiamo deciso, noi e quelli delle vie limitrofe, di non fare più la raccolta differenziata. Ci sembrava una presa in giro». E ora? Andrete in giro con i sacchetti in mano a caccia di cassonetti bianchi e blu? «Ma dalle nostre parti di cassonetti non ce ne sono, fino a ieri perlomeno. Rischiamo di essere multati? Da manicomio. Vuol dire che bottiglie e vecchie riviste le terremo in macchina...».
«La raccolta diferenziata porta a porta? Un fallimento - conferma il consigliere di Forza Italia, I municipio, Fabrizio Sequi -. Al massimo funziona in 2-3 vie, ogni tanto. Gli operatori, mi confidano fonti interne, sono nell’impossibilità di attuarla, non hanno mezzi e risorse umane a sufficienza. Sui rifiuti differenziati anche i turisti sono in difficoltà. Davanti alla Fontana di Trevi mancano perfino i cestini per la carta. Altro che campane». E i cassonetti nel Tridente? Quelli bianchi e blu? «Si contano sulla punta delle dita. Fino a ieri i residenti si arrangiavano, ammucchiavano i sacchetti con carta e bottiglie per strada, accanto al portone.

Ora rischiano multe salatissime».

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