«La Provincia di Genova chiude i battenti e su Scarpino lascia in eredità soltanto la seconda più grande discarica a cielo aperto d'Italia. Ci sono state promesse, ma il problema del ciclo dei rifiuti non si è ancora risolto». Il capogruppo arancione Massimo Pernigotti ieri in consiglio provinciale ha duramente criticato «l'inerzia e l'incapacità» delle giunte di centrosinistra: «Alla fine dei mandati amministrativi, né Repetto, né Vincenzi, sono stati in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti. A Scarpino vengono conferiti rifiuti da altre regioni senza che noi consiglieri provinciali ne riceviamo documentazione per operare i necessari controlli. Inoltre si continuano a deliberare ampliamenti della discarica». Dalla discarica al nuovo depuratore di Rapallo criticato anche dal capogruppo dei Verdi Angelo Spanò: «La scelta del sito è a dir poco sbagliata. La zona è classificata come parco urbano, ci sarebbero pozzi di captazione di acque potabili a 50 metri dall'area dove dovrebbe sorgere l'impianto, non sarebbe rispettata la distanza dal Boate e da due rivi che il piano di bacino considera significativi e c'è un ricorso al Tar».
Ieri si è fatta sentire anche Renata Oliveri che insieme a Pernigotti ha presentato un'interpellanza sulla carenza di aree industriali e produttive: «Basta ricordare le vicende dell'area ex industriale Fiumara, le aree ex Ilva, l'incapacità di offrire aree all'iniziativa Asg di Malacalza, al sorgere di torri residenziali e direzionali in aree strategiche, per nutrire serie preoccupazioni sulle scelte del nuovo Puc di Genova».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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