Cronache

Rifondazione «assolve» Scajola per le cariche della polizia al G8

Rifondazione «assolve» Scajola per le cariche della polizia al G8

«Ho avuto la sensazione che il ministro dell'Interno, Claudio Scajola, non avesse l’esatta dimensione di quello che stava accadendo». Lo ha detto Franco Giordano, segretario di Rifondazione Comunista, deponendo come teste al processo, a Genova, a carico di 29 no global accusati di devastazione e saccheggio durante il G8. Giordano ha anche definito «ingiustificate» le cariche delle forze dell’ordine. Giordano ha spiegato che, nella sua qualità di capogruppo alla Camera di Rifondazione aveva una serie di responsabilità tra cui mantenere i contatti con il Governo e, quindi, ha riferito di aver avuto modo di parlare telefonicamente con il ministro Scajola, con il capo della polizia e con il questore. «Sia io sia Scajola - ha detto - volevamo evitare ogni forma di tensione e che la manifestazione si svolgesse senza problemi cercando di individuare i rischi ed evitando sollecitazioni esterne alla manifestazione».
Rievocando quei giorni, proprio nei giorni in cui l’Ue decide di giudicare ricevibile il ricorso della famiglia Giuliani per la morte del figlio Carlo, Giordano ha detto di aver partecipato al corteo di venerdì 20 luglio in via Tolemaide e che all’inizio era tutto abbastanza tranquillo. «Ricevetti una telefonata dal ministro Scajola - ha affermato - mentre ero a metà del corteo. Mi chiese chi fossero i soggetti vestiti di nero, una quindicina, che vedeva sui monitor ma io non sapevo chi fossero perché non li vedevo». Giordano ha spiegato che si trovava con altri parlamentari. «Dovevamo arrivare alla zona rossa - ha ricordato - e tenere trattative con le forze dell’ordine. Non ci siamo riusciti, siamo stati caricati».
«Ha ragione il segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano, quando ricorda che volevamo che non ci fossero problemi durante le manifestazioni a Genova nei giorni del G8 - afferma il presidente del Copaco, Claudio Scajola -. Era stato fatto tutto il possibile attraverso incontri e rapporti con ogni parte in causa.

Sono, altresì, ancora convinto che se i partiti istituzionali avessero seguito il mio consiglio di non sfilare insieme ai no-global, avrebbero contribuito alla migliore gestione dell'ordine pubblico, grazie alla più facile identificazione dei manifestanti pacifici e di quelli violenti».

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