E dopo il centrodestra anche Rifondazione comunista invita i liguri a fare ricorso contro l'aumento delle tasse. A soli due giorni dal varo della manovra fiscale e dopo aver votato la fiducia al presidente della Regione Claudio Burlando, càpita che il partito di Bertinotti fosse convinto di aver approvato un provvedimento socialmente equo, e che invece si sia reso conto di aver contribuito a far passare una stangata come non se ne ricordano, che colpisce soprattutto i più poveri. Ieri, al primo consiglio regionale del post-maratona ostruzionistica contro le tasse, è stata subito bagarre. Era iniziata con Rifondazione che difendeva l’assessore al Bilancio Giovanni Battista Pittaluga e dava dei bugiardi ai consiglieri del centrodestra. È finita con Pittaluga che dava ragione al centrodestra e Rifondazione a minacciare: «I cittadini faranno ricorso».
Ma andiamo con ordine. L’opposizione fa una conferenza stampa per denunciare come l’aumento delle addizionali Irpef si traduca in un accanimento sulle fasce più deboli. Legge fiscale alla mano, Matteo Marcenaro che milita nella lista Biasotti e fa il commercialista, spiega che chi ha un reddito di 13.001 euro, cioè un euro sopra la «fascia di rispetto» di 13mila, pagherà l’addizionale dell’1,25 non sull’euro eccedente, ma sull’intero reddito imponibile. Marco Nesci e Giacomo Conti decidono di smentire una simil falsità. Testuale: «L’applicazione per scaglioni, come correttamente riportato nella legge approvata con fiducia l’altra notte, comporta modalità progressive». Ergo: «Chi ha un reddito di 13001 pagherà l’incremento di imposta solo su un euro». Pertanto: «A voi la sentenza su chi tutela le fasce più deboli». La sentenza però è Pittaluga stesso a darla: «Ha ragione Marcenaro - gela i “compagni” l’assessore -. L’addizionale si applica sull’intero reddito». È subito panico. Perché il testo di legge che Nesci fornisce come prova, all’articolo 1 dice che l’imposta si applica per scaglioni, non sull’intero reddito. Ci cade persino l’assessore, che teme il secondo scivolone dopo quello della scadenza al 30 novembre per varare la manovra e convoca d’urgenza i suoi tecnici. Ore di ansia perché i casi sono due: se l’addizionale va applicata a scaglioni mancheranno all’appello 50 milioni di euro, perché «i calcoli sulle entrate li abbiamo fatti sull’imposizione totale» dice Pittaluga. Ma se l’addizionale si applicasse sull’intero reddito potrebbero scattare i ricorsi al giudice tributario, essendo la norma interpretabile. L’apprensione è ormai al massimo quando ecco spuntare l’articolo 2 della legge: parla di reddito imponibile, «non lascia spazio a interpretazioni» tira un sospiro di sollievo Pittaluga. La lite con Nesci ieri è andata avanti tutto il giorno, fra l’ilarità dell’opposizione. «Se prima di votare la fiducia il Prc si fosse fatto chiarire cosa stava approvando, ora non avrebbe questi atroci dubbi» ironizza Luigi Morgillo il capogruppo di Forza Italia. «Questa pesante crisi è la prova che la manovra è stata fatta in maniera frettolosa e senza consultare la stessa maggioranza» avverte Marcenaro. Divertito Gianni Plinio il capogruppo di An: «Il Prc doveva convertire il liberale Pittaluga, e invece». Adesso il centrodestra tappezzerà la Liguria di manifesti: «Giunta Burlando: più tasse per tutti».
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