Roma - "L’Italia sta precipitando". Questa l’analisi del segretario del Pd Walter Veltroni che oggi a Milano a margine di un incontro pubblico ha citato i dati dell’Istat che vedono una produzione industriale in calo del 5% ed il rapporto della Svimez secondo il quale vi sarebbe uno spostamento dal Sud verso il nord di almeno 600 mila immigrati.
Lo scontro sulla giustizia Lo schema resta quello di sempre, così come l’oggetto dello scontro: la giustizia. Dopo che il premier Berlusconi si scaglia contro il Partito democratico, colpevole di aver portato "frange estreme e giustizialiste in Parlamento" Veltroni replica mettendo in chiaro che proprio sulla giustizia rischia di interrompersi il dialogo fra i poli sulle riforme. Se la riforma del federalismo va di pari passo con quella della giustizia, è l’ultimatum del segretario democratico, si ferma il dialogo del Pd con la Lega. Lo stop più significativo è proprio quello al confronto sulle riforme, auspicato soprattutto dal Carroccio: "Se si vuole continuare col federalismo bisogna evitare commistioni indegne, se qualcuno pensa di commistionarlo con la giustizia si ferma tutto quanto". D’altra parte, ragiona Veltroni, "il federalismo fiscale si porta dietro non la riforma della giustizia per pochi eletti, ma la riforma istituzionale". Quindi l’ultimo avvertimento al Carroccio: "Noi stiamo discutendo con Bossi e Calderoli, però se passa la linea per cui si mette insieme la riforma della giustizia che non è dalla parte dei cittadini, ma di un cittadino, col federalismo si ferma tutto". Amaro l’intervento del presidente Giorgio Napolitano, che in queste ore visita la Russia. Il Capo dello Stato non entra nel merito delle vicende della giustizia russa: "Mi basta quella italiana...".
"L'Italia sta precipitando" Da settimane, ha sottolineato Veltroni, "si sta discutendo di una persona sola mentre tutti gli indici dell’economia sono negativi e preoccupanti. Questo significa recessione - ha proseguito - che vuol dire che l’Italia è l’ultima in Europa per il Pil. Cos’altro può succedere che l’Italia sta precipitando?", si è chiesto Veltroni. "Il governo non sta mantenendo le promesse anzi in quattro anni ci sono stati investimenti minori per dieci miliardi di euro. Chiaramente una persona seria non può attribuire queste cifre solo al governo attuale - ha proseguito Veltroni - ma quello che si può rimproverare a questo governo è il fatto che parli continuamente di altro mentre invece occorre aiutare la crescita. In caso contrario -ha concluso- il paese continua a precipitare".
Il nodo Alitalia "Sono passati 200 giorni dall’annuncio della cordata per il salvataggio di Alitalia, sarebbe confortante sapere chi sono gli imprenditori di cui si parla". Come ha osservato il leader del Pd, "ieri il presidente del consiglio ha detto che c’è addirittura un overbooking di imprenditori che vogliono rilevare Alitalia. È una novità e sarebbe importante sapere chi sono". Veltroni ha ricordato che, contestualmente all’annuncio della cordata, è stata mandata via Air France. "Ora leggo su Panorama - ha detto Veltroni - che il piano prevede 6mila esuberi, a fronte dei 2mila del piano che aveva presentato Air France. Tutto avviene in un contesto di confusione - ha aggiunto - alimentata da annunci angosciosi per i lavoratori. Si parla di un numero altissimo di imprenditori disposti a rilevare Alitalia, tanto che qualcuno deve essere lasciato a terra, vorrei sapere chi sono".
Attacco sulla scuola Sul fronte della scuola il governo sta facendo passi indietro. Veltroni si augura che il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini "abbia qualcosa da dire, abbia autonomia intellettuale per poter esprimere la propria posizione". "L’emendamento presentato dal Governo al decreto 112, che abbassa l’obbligo scolastico da 16 a 14 anni -sottolinea Veltroni- nega il principio delle apri opportunità. Saranno infatti i figli delle famiglie più povere ai quali si dovrà dire 'se vuoi dopo i 14 anni potrai fare formazione professionale'. È un’idea -sottolinea il segretario del Pd- contro la quale si batteva lo stesso don Milani. Se fosse in me, anzi, alzerei l’obbligo oltre i 16 anni".
"Il governo ha perso 10 punti" "Il nostro Paese ancora oggi non è maturo: a tre mesi dal suo insediamento questo governo ha perso 10 punti in poche settimane". Dopo aver sancito la fine del berlusconismo, il leader del Pd ha dichiarato il crollo dei consensi dell’esecutivo legato alla crisi economica, parlando a una iniziativa a Milano con i giovani militanti del partito. Veltroni ha considerato il berlusconismo "un pannicello caldo davanti a problemi che richiedono riforme radicali". E davanti alla situazione del Paese, il leader del Pd ha indicato come unica soluzione la costruzione di una cultura riformista. "Solo una cultura riformista, infatti, - ha detto Veltroni - può produrre questa innovazione". "Il giorno in cui vinceremo - ha concluso Veltroni - dovremo essere in grado non di lottizzare ma di cambiare questo Paese con uno schieramento in grado di far smettere a questo Paese di precipitare".
Contro il circo mediatico Il diverso trattamento riservato agli omicidi dalla televisione cambia la percezione di insicurezza dei cittadini. "Gli omicidi si sono dimezzati - ha spiegato Veltroni - ma ogni singolo omicidio, quando era al governo il centrosinistra, era l’apertura delle televisioni. Da quando è al governo la destra è la 38/a notizia. Questo cambia la percezione dei cittadini". Il leader del Pd si è poi chiesto cosa resterà una volta "finito l’alimento della paura" alle nuove generazioni, prospettando un futuro in cui "i figli delle famiglie ricche andranno a studiare all’estero, per i più deboli ci sarà l’abbandono mentre per i giovani del meridione ci sarà l’emigrazione". Secondo Veltroni qui sta la differenza del Pd, "la nostra sfida", e cioè quella di "dare risposte di medio-lungo periodo. È la nostra grande missione storica".
Capezzone: "Veltroni non stoppa un bel nulla" L'uscita del segretario del Pd sul federalismo è respinta subito al mittente da Daniele Capezzone, esponente Pdl e portavoce di Forza Italia: "Vedo che l’onorevole Veltroni, come se fosse il dominus del calendario politico-parlamentare, minaccia di dire stop al federalismo. Ma forse dimentica che lui, in particolare di questi tempi, non è in grado di stoppare proprio nulla e nessuno, neanche D’Alema e Rutelli (per citare due importanti esponenti del Pd che, ancora di recente, hanno espresso linee anche strategiche molto lontane da quelle di Veltroni)...
Anzichè lanciare ultimatum inconcludenti, e peraltro poco credibili in relazione alla attuale debolezza del Pd, Veltroni farebbe bene a riconsiderare gli errori commessi (uno per tutti, l’aver imbarcato Di Pietro), e a riprendere un cammino di dialogo riformatore. Sarà in grado di farlo?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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