Roma - I princìpi fondamentali della Costituzione sono "fuori discussione" e nessuno può pensare di cambiarli o di comprometterli. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo dice chiaramente, ricevendo al Quirinale i membri del Fai e raccogliendo il loro appello per una tutela continua del patrimonio ambientale e monumentale italiano. Principio sancito, come altri, dalla Costituzione. "Per quanto si discuta su cosa cambiare e cosa no della Costituzione - ha detto Napolitano - certamente i princìpi fondamentali sono fuori discussione e nessuno può pensare di modificarli o di alterarli".
Invito alla tutela della Carta Il patrimonio ambientale, monumentale e culturale del Paese rappresenta "una carta fondamentale dell’Italia per affermare il suo profilo in Europa e nel mondo anche in un futuro denso di incognite come quello che ci attende". Ne è convinto il presidente della Repubblica che condivide "pienamente le ragioni profonde che la presidente del Fai, Giulia Maria Crespi ha espresso sull’assoluta necessità di considerare il nostro patrimonio ambientale una carta fondamentale per l’Italia", in un mondo sempre più caratterizzato da una competizione globale. "Ragioni profonde che - ha continuato Napolitano - sono condivise da me, dal ministro dei Beni Culturali, e sancite nei princìpi fondamentali della Carta Costituzionale". Un discorso, quello del presidente, che ha riconosciuto "la dolce perentorietà della presidente del Fai" e che si è svolto a braccio e in modo molto sintetico, perché, ha chiosato Napolitano, "tra le condizioni per un rapporto positivo tra il presidente e l’opinione pubblica c’è quella di non esagerare con i discorsi".
Berlusconi rassicura "Non c’è nulla da cambiare nella prima parte della Costituzione. I principi fondamentali sono riconosciuti e non vogliamo certo cambiarli". Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio europeo. E, poi, continua, " Io non sono toccato per nulla dai rilievi del presidente. Con Napolitano i rapporti sono tranquilli e cordiali. Adesso lo chiamerò per informarlo sui risultati del Consiglio europeo. Ci sono delle cose da cambiare come per esempio" la parte riguardante la costituzione del Csm, ma "agiremo solo in quella direzione". Quindi il Cavaliere traccia le linee d'intervento: "Io darò il via al ddl per la riforma della giustizia che sarà approvato dal consiglio dei ministri. Ma non mi siederò mai attorno ad un tavolo con chi mi definisce Hitler, o un dittatore argentino. Sicuramente, una volta che il provvedimento sarà in parlamento, i gruppi avranno da parte mia ampia libertà di dialogare con l’opposizione, eventualmente anche accogliendo miglioramenti".
Alfano detta i tempi Slitterà a gennaio 2009 il "pacchetto" giustizia contenente la riforma del processo penale e misure per affrontare l’emergenza sovraffollamento carceri, inizialmente preannunciato per il consiglio dei ministri della prossima settimana. La decisione è stata presa dopo che il Guardasigilli Alfano, sentito il premier Berlusconi, ha concordato sul tentativo di riannodare il filo del dialogo con l’opposizione almeno sulle modifiche con legge ordinaria al processo penale, visto che sulle riforme costituzionali resta la netta contrarietà del Pd. La prossima settimana, dunque, Alfano incontrerà il ministro ombra della Giustizia Lanfranco Tenaglia e tornerà a vedersi anche con Michele Vietti (Udc), oltre che con i capigruppo di maggioranza. La bozza del testo era fino a ieri in fase di limatura al ministero della Giustizia per approdare al consiglio dei ministri del prossimo 19 dicembre, ma ha ricevuto uno stop nelle ultime ore. Se ne riparlerà solo dopo che Alfano avrà ricevuto una serie di proposte dalla Lega Nord (intenzionata a insistere sui giudici di pace eletti dal popolo) e soprattutto dopo aver incontrato, tra martedì e mercoledì, il ministro ’ombrà del Pd, Tenaglia, e Vietti dell’Udc.
Le reazioni Immediato il plauso del Pd. "Napolitano è una persona di grande saggezza ed esperienza. La persona giusta al posto giusto, nel momento giusto". Ha detto il vicesegretario del Pd, Dario Franceschini. "Anche oggi il Capo dello Stato con parole sagge e equilibrate ha rimesso ordine in un dibattito che, non certamente per causa nostra, si era sviluppato attraverso strappi e dichiarazioni fuori luogo" gli ha fatto eco Anna Finocchiaro, Presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama. Apprezzamento per le parole del Capo dello Stato anche da parte di Antonio Di Pietro, leader dell’IdV, per il quale tra i principi immodificabili "c’è l’indipendenza della magistratura, la logica vorrebbe che Berlusconi non modifichi il sistema giustizia a suo piacimento, altrimenti, violerebbe quei principi tracciati nella Carta dimostrando, ancora una volta, di seguire un modello dittatoriale e piduista".
Cicchitto: "E' ridicolo" "Posto che nessuno attenta all’indipendenza della magistratura, Di Pietro ha una capacità straordinaria di cadere nel ridicolo, soprattutto quando si occupa di cose per lui troppo complicate.
Adesso vediamo che colloca l’indipendenza della magistratura tra i principi fondamentali della Costituzione quando anche uno studente liceale sa che è materia trattata nella seconda parte di essa". Lo afferma Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, commentando le parole del leader dell’Idv.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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