Roma - La proposta ufficiale sulle riforme istituzionali ci sarà solo dopo che i partiti della
maggioranza avranno deciso quale soluzione adottare, per il momento ci sono solo delle idee in
cantiere.
Lo ha spiegato Silvio Berlusconi durante l’ufficio di presidenza del Pdl a palazzo Grazioli. Il premier,
riferiscono fonti che partecipano all’incontro, ha sottolineato che Roberto Calderoli si è recato con
un’iniziativa autonoma dal presidente della Repubblica. La proposta ufficiale della coalizione, ha
riferito il premier, ci sarà solo al termine del giro di consultazioni all’interno dei partiti della
maggioranza.
"Riforme ora o mai più, mai stati così forti" La maggioranza deve portare avanti le riforme, "ora o mai più", visto che "con la conquista della conferenza Stato-Regioni governiamo la
maggioranza degli italiani e non siamo mai stati così forti". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi,
secondo quanto riferiscono alcuni partecipanti all’ufficio di presidenza del Pdl.
Nel corso del suo intervento, Berlusconi ha sollecitato un applauso a tutti i candidati governatori
che hanno ottenuto un successo alle ultime regionali e al ministro delle Pari opportunità Mara
Carfagna, che ha ottenuto il record di preferenze. Berlusconi avrebbe ribadito in diversi passaggi
del suo intervento che il Pdl rappresenta "il partito che ha vinto le elezioni: ora abbiamo il dovere di
fare le riforme, lo dobbiamo ai nostri elettori".
La proposta di Calderoli Sono solo poche pagine,
ancora generiche, ma i capitoli sono già ben delineati: semipresidenzialismo alla francese, Senato
federale, riduzione dei parlamentari, nuovo meccanismo per l’elezione dei membri della Consulta. Il
percorso delle riforme si è appena avviato, ma già oggi - a quanto riferiscono fonti della
maggioranza - Roberto Calderoli ha potuto portare un primo documento all’attenzione del
Presidente della Repubblica.
Le linee guida delle riforme Le "linee guida" sono il frutto di un giro d’orizzonte chiesto da Silvio Berlusconi al ministro leghista
un mesetto fa, in cui si valutano diverse ipotesi di riforma, ma che già indicano la direzione verso
cui intende muoversi la maggioranza. Secondo quanto riferito da chi ha potuto vederle, la forma di
governo dovrebbe virare verso il semipresidenzialismo alla francese, già "corretto" con la modifica
recentemente apportata in Francia per evitare la coabitazione di un presidente e un premier di
appartenenze politiche contrapposte: ovvero sia il Presidente che il premier restano in carica 5
anni, e il capo dell’Esecutivo è eletto un mese dopo le presidenziali; il bicameralismo perfetto
scomparirebbe dal panorama istituzionale per lasciare il posto alla Camera che dà la fiducia al
Governo e al Senato federale con altri compiti, portandosi assieme la riduzione del numero dei
parlamentari. Per gli attuali senatori a vita, ci sarebbe invece il passaggio a "deputati a vita": carica
che però dovrebbe spettare solo ai Presidenti emeriti, che durante il loro mandato non avrebbero
più il potere di nominare altri membri a vita del Parlamento.
Corte Costituzionale Con il semipresidenzialismo cambierebbe anche il meccanismo di nomina dei membri della
Corte Costituzionale: il "nuovo" Presidente, con i poteri rafforzati, perderebbe il potere di indicare un
terzo dei componenti, che a quel punto sarebbero indicati - sempre per un terzo - dai Presidenti
delle Camere. Gli altri due terzi resterebbero di competenza per metà del Parlamento in seduta
comune, per l’altra metà delle supreme magistrature.
Ma per ora, precisano fonti di maggioranza, si tratta solo di un "giro d’orizzonte", senza
indicazioni vincolanti.
Confronto con l'opposizione La "road map" stabilita ieri nella cena di Arcore si compone infatti di diversi
passaggi. In primo luogo l’accordo nella maggioranza su un testo più dettagliato, attraverso il
’tavolo dei coordinatori dei partitì. In seguito si avvierebbe il confronto con i gruppi parlamentari,
compresi quelli di opposizione: un lavoro che il Governo e la maggioranza si dicono pronti a fare
con la disponibilità anche a modifiche, secondo lo stesso metodo portato avanti da Calderoli per il
federalismo fiscale. Solo a quel punto, il testo dovrebbe concretizzarsi in un disegno di legge del
Governo.
Napolitano: "Ci sia larga condivisione" In relazione all’incontro, svoltosi stamattina al Quirinale, del Presidente della Repubblica col
Ministro Calderoli, si precisa che esso è stato dedicato all’esposizione da parte del Ministro degli
orientamenti generali in discussione nel Governo e nella maggioranza in materia di riforme
istituzionali. A conclusione dell’incontro - si legge in una nota del Quirinale - il Ministro ha consegnato
al Presidente una prima bozza di lavoro; non poteva esservi e non vi è stato alcun esame dei suoi
specifici contenuti. Il Presidente della Repubblica ha ricordato e ribadito i punti di vista da lui
ripetutamente espressi circa la necessità e le possibilità di ricerca della più larga condivisione in
Parlamento delle scelte da compiere in questo campo di speciale complessità e delicatezza.
Bondi: "Ora l'opposizione non si defili" "Il Pdl auspica che l’opposizione
non si defili dalla responsabilità di contribuire a scrivere le regole fondamentali delle istituzioni in un
dibattito costruttivo con la maggioranza di governo, senza imporre condizioni pregiudiziali all’avvio
del confronto stesso". È quanto ha detto il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi, in una relazione
pronunciata durante l’ufficio di presidenza del Popolo della libertà che si sta tenendo a Palazzo
Grazioli. Dopo Bondi interverranno anche Denis Verdini e Ignazio La Russa: il primo per un’analisi
del voto regionale, il secondo per parlare di riforme.
Fra le riforme indicate da Bondi, anche quella della giustizia, "condizione essenziale per
ricostruire un corretto rapporto tra il potere giudiziario e quello del Parlamento e per garantire i
diritti fondamentali di ogni cittadino". Il coordinatore del Pdl propone inoltre l’istituzione di una
Camera delle Regioni «unitamente al presidenzialismo", che rappresentano "due facce della
stessa medaglia".
Pd: "Nostra proposta è già in Parlamento" "L’unico partito che ha
presentato un testo sulle riforme istituzionali in Parlamento è il Pd, aspettiamo il testo della
maggioranza, lo giudicheremo quando ci sarà, finora sono solo parole". Luciano Violante,
responsabile Riforme del Pd, interpellato telefonicamente, commenta così gli ultimi passi fatti dal
centrodestra sul tema delle riforme tra i quali oggi anche un incontro al Quirinale tra il presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il ministro Roberto Calderoli.
Violante sottolinea anche la mancanza di una linea chiara nel centrodestra: "L’importante è che
prima si mettano d’accordo nel Pdl e poi con la Lega - dice - la nostra posizione è semplice -
spiega - un presidente del Consiglio forte che riceva la fiducia dal Parlamento e che abbia
maggiori poteri come è ormai necessario, se hanno altre tesi le presentino in Parlamento e lì
vedremo".
L’ex presidente della Camera rilancia poi la proposta di fare subito alcune riforme su cui esiste
già un ampio consenso tra gli schieramenti: "Ci sono due cose su cui siamo tutti d’accordo: ridurre
il numero dei parlamentari e fare il Senato federale, tanto più in presenza del federalismo fiscale,
rivedere l’articolo 117; queste cose facciamole subito anche per mostrare al Paese che c’è una
reale volontà di fare le riforme piuttosto che passare il tempo a rimpallare dichiarazioni e
interviste".
Violante giudica "positivo" il colloquio di oggi tra Calderoli e Napolitano perchè "vuol dire che si
muove qualcosa. L’importante è che si passi dalle dichiarazioni di intenti ai testi in Parlamento. Il
nostro testo c’è e ovviamente è migliorabile, i rallentamenti sono dovuti al centrodestra non al
centrosinistra".
Galan va all'agricoltura Il premier Silvio Berlusconi ha ribadito all’ufficio di presidenza del Pdl, in corso a Palazzo Grazioli,
che sarà l’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan a sostituire Luca Zaia al ministero
dell’Agricoltura.
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