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Riforme, Calderoli consegna bozza a Napolitano Ma Berlusconi frena: "E' un'iniziativa autonoma"

Calderoli ha consegnato al presidente della Repubblica un documento con la road map delle riforme. Berlusconi: "La proposta ufficiale arriverà solo dopo le consultazioni". Napolitano: "Necessaria una larga condivisione". Galan sostituisce Zaia all'agricoltura

Riforme, Calderoli consegna bozza a Napolitano 
Ma Berlusconi frena: "E' un'iniziativa autonoma"

Roma - La proposta ufficiale sulle riforme istituzionali ci sarà solo dopo che i partiti della maggioranza avranno deciso quale soluzione adottare, per il momento ci sono solo delle idee in cantiere. Lo ha spiegato Silvio Berlusconi durante l’ufficio di presidenza del Pdl a palazzo Grazioli. Il premier, riferiscono fonti che partecipano all’incontro, ha sottolineato che Roberto Calderoli si è recato con un’iniziativa autonoma dal presidente della Repubblica. La proposta ufficiale della coalizione, ha riferito il premier, ci sarà solo al termine del giro di consultazioni all’interno dei partiti della maggioranza.

"Riforme ora o mai più, mai stati così forti" La maggioranza deve portare avanti le riforme, "ora o mai più", visto che "con la conquista della conferenza Stato-Regioni governiamo la maggioranza degli italiani e non siamo mai stati così forti". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, secondo quanto riferiscono alcuni partecipanti all’ufficio di presidenza del Pdl. Nel corso del suo intervento, Berlusconi ha sollecitato un applauso a tutti i candidati governatori che hanno ottenuto un successo alle ultime regionali e al ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna, che ha ottenuto il record di preferenze. Berlusconi avrebbe ribadito in diversi passaggi del suo intervento che il Pdl rappresenta "il partito che ha vinto le elezioni: ora abbiamo il dovere di fare le riforme, lo dobbiamo ai nostri elettori".

La proposta di Calderoli Sono solo poche pagine, ancora generiche, ma i capitoli sono già ben delineati: semipresidenzialismo alla francese, Senato federale, riduzione dei parlamentari, nuovo meccanismo per l’elezione dei membri della Consulta. Il percorso delle riforme si è appena avviato, ma già oggi - a quanto riferiscono fonti della maggioranza - Roberto Calderoli ha potuto portare un primo documento all’attenzione del Presidente della Repubblica.

Le linee guida delle riforme
Le "linee guida" sono il frutto di un giro d’orizzonte chiesto da Silvio Berlusconi al ministro leghista un mesetto fa, in cui si valutano diverse ipotesi di riforma, ma che già indicano la direzione verso cui intende muoversi la maggioranza. Secondo quanto riferito da chi ha potuto vederle, la forma di governo dovrebbe virare verso il semipresidenzialismo alla francese, già "corretto" con la modifica recentemente apportata in Francia per evitare la coabitazione di un presidente e un premier di appartenenze politiche contrapposte: ovvero sia il Presidente che il premier restano in carica 5 anni, e il capo dell’Esecutivo è eletto un mese dopo le presidenziali; il bicameralismo perfetto scomparirebbe dal panorama istituzionale per lasciare il posto alla Camera che dà la fiducia al Governo e al Senato federale con altri compiti, portandosi assieme la riduzione del numero dei parlamentari. Per gli attuali senatori a vita, ci sarebbe invece il passaggio a "deputati a vita": carica che però dovrebbe spettare solo ai Presidenti emeriti, che durante il loro mandato non avrebbero più il potere di nominare altri membri a vita del Parlamento.

Corte Costituzionale
Con il semipresidenzialismo cambierebbe anche il meccanismo di nomina dei membri della Corte Costituzionale: il "nuovo" Presidente, con i poteri rafforzati, perderebbe il potere di indicare un terzo dei componenti, che a quel punto sarebbero indicati - sempre per un terzo - dai Presidenti delle Camere. Gli altri due terzi resterebbero di competenza per metà del Parlamento in seduta comune, per l’altra metà delle supreme magistrature. Ma per ora, precisano fonti di maggioranza, si tratta solo di un "giro d’orizzonte", senza indicazioni vincolanti.

Confronto con l'opposizione La "road map" stabilita ieri nella cena di Arcore si compone infatti di diversi passaggi. In primo luogo l’accordo nella maggioranza su un testo più dettagliato, attraverso il ’tavolo dei coordinatori dei partitì. In seguito si avvierebbe il confronto con i gruppi parlamentari, compresi quelli di opposizione: un lavoro che il Governo e la maggioranza si dicono pronti a fare con la disponibilità anche a modifiche, secondo lo stesso metodo portato avanti da Calderoli per il federalismo fiscale. Solo a quel punto, il testo dovrebbe concretizzarsi in un disegno di legge del Governo.

Napolitano: "Ci sia larga condivisione"
In relazione all’incontro, svoltosi stamattina al Quirinale, del Presidente della Repubblica col Ministro Calderoli, si precisa che esso è stato dedicato all’esposizione da parte del Ministro degli orientamenti generali in discussione nel Governo e nella maggioranza in materia di riforme istituzionali. A conclusione dell’incontro - si legge in una nota del Quirinale - il Ministro ha consegnato al Presidente una prima bozza di lavoro; non poteva esservi e non vi è stato alcun esame dei suoi specifici contenuti. Il Presidente della Repubblica ha ricordato e ribadito i punti di vista da lui ripetutamente espressi circa la necessità e le possibilità di ricerca della più larga condivisione in Parlamento delle scelte da compiere in questo campo di speciale complessità e delicatezza.

Bondi: "Ora l'opposizione non si defili" "Il Pdl auspica che l’opposizione non si defili dalla responsabilità di contribuire a scrivere le regole fondamentali delle istituzioni in un dibattito costruttivo con la maggioranza di governo, senza imporre condizioni pregiudiziali all’avvio del confronto stesso". È quanto ha detto il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi, in una relazione pronunciata durante l’ufficio di presidenza del Popolo della libertà che si sta tenendo a Palazzo Grazioli. Dopo Bondi interverranno anche Denis Verdini e Ignazio La Russa: il primo per un’analisi del voto regionale, il secondo per parlare di riforme. Fra le riforme indicate da Bondi, anche quella della giustizia, "condizione essenziale per ricostruire un corretto rapporto tra il potere giudiziario e quello del Parlamento e per garantire i diritti fondamentali di ogni cittadino". Il coordinatore del Pdl propone inoltre l’istituzione di una Camera delle Regioni «unitamente al presidenzialismo", che rappresentano "due facce della stessa medaglia".

Pd: "Nostra proposta è già in Parlamento" "L’unico partito che ha presentato un testo sulle riforme istituzionali in Parlamento è il Pd, aspettiamo il testo della maggioranza, lo giudicheremo quando ci sarà, finora sono solo parole". Luciano Violante, responsabile Riforme del Pd, interpellato telefonicamente, commenta così gli ultimi passi fatti dal centrodestra sul tema delle riforme tra i quali oggi anche un incontro al Quirinale tra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il ministro Roberto Calderoli. Violante sottolinea anche la mancanza di una linea chiara nel centrodestra: "L’importante è che prima si mettano d’accordo nel Pdl e poi con la Lega - dice - la nostra posizione è semplice - spiega - un presidente del Consiglio forte che riceva la fiducia dal Parlamento e che abbia maggiori poteri come è ormai necessario, se hanno altre tesi le presentino in Parlamento e lì vedremo". L’ex presidente della Camera rilancia poi la proposta di fare subito alcune riforme su cui esiste già un ampio consenso tra gli schieramenti: "Ci sono due cose su cui siamo tutti d’accordo: ridurre il numero dei parlamentari e fare il Senato federale, tanto più in presenza del federalismo fiscale, rivedere l’articolo 117; queste cose facciamole subito anche per mostrare al Paese che c’è una reale volontà di fare le riforme piuttosto che passare il tempo a rimpallare dichiarazioni e interviste". Violante giudica "positivo" il colloquio di oggi tra Calderoli e Napolitano perchè "vuol dire che si muove qualcosa. L’importante è che si passi dalle dichiarazioni di intenti ai testi in Parlamento. Il nostro testo c’è e ovviamente è migliorabile, i rallentamenti sono dovuti al centrodestra non al centrosinistra".
 
Galan va all'agricoltura Il premier Silvio Berlusconi ha ribadito all’ufficio di presidenza del Pdl, in corso a Palazzo Grazioli, che sarà l’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan a sostituire Luca Zaia al ministero dell’Agricoltura. Lo hanno riferito fonti del partito.

Il leghista Zaia lascerà il ministero, dopo essere stato eletto governatore del Veneto in una consultazione che ha portato il Carroccio ad essere il primo partito nella regione.

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