Dal rigattiere di parole: "Buzzurro"

Così venivano chiamati a Roma dopo il 1870 i piemontesi che si trasferivano nella nuova capitale

Per buzzurro oggi s'intende una persona rozza, ignorante, un burino, un cafone; anche forestiero, inteso con senso vagamente spregiativo. Così venivano chiamati a Roma dopo il 1870 i piemontesi che si trasferivano nella nuova capitale. Stando alla definizione del Rigutini-Fanfani, che ricalca quella della Crusca, buzzurro era lo “svizzero che l'inverno cala in Italia a esercitarvi la sua industria di far bruciate e pattone”.

Che cos'è la bruciata? “Marrone o castagna cotta a fuoco vivo in una padella bucherellata, dopo avergli fatto un taglio da un lato perchè non iscoppi”. Una caldarrosta, insomma. La pattona invece è la polenta fatta con la farina di castagne.

Secondo Alfredo Panzini, nel suo Dizionario moderno (prima edizione 1905) lo svizzero attivo in queste pratiche era chiamato così soprattutto in Toscana “e verosimilmente la voce si propagò da Firenze quando fu per breve tempo capitale del Regno”. Secondo lo stesso autore “proviene forse dal tedesco Putzer, chi netta, chi pulisce, e in origine indicava lo spazzacamino”.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica