da Rignano Flaminio (Roma)
Un paese «sotto scorta». Clima preoccupante a Rignano Flaminio, tanto che i carabinieri, per evitare qualsiasi atto teppistico o di «giustizia sommaria», pattugliano notte e giorno la scuola comunale, le abitazioni dei sei arrestati, le case di parenti e amici, anche se molti di essi hanno già lasciato il paese. Stessa storia a Morlupo dove vive uno degli accusati di pedofilia. Così il sindaco, Ottavio Coletta, che si dice «preoccupato per lordine pubblico».
Nella parrocchia dei santi Vincenzo e Anastasio, seppure sotto tono, vengono celebrate le prime comunioni per decine di ragazzini anche se laria di festa è rotta da troupe televisive e militari in borghese. «Certo - dice una mamma che accompagna in chiesa la figlia di dieci anni - avremmo preferito unatmosfera diversa, ma abbiamo il dovere di andare avanti e soprattutto di chiedere giustizia».
Una comunità di settemila e più anime che non ha pensato un solo istante a scagliarsi contro Enrico Rocchi, «don Enry», il parroco che nellomelia seguita alle prime perquisizioni, aveva raccomandato ai fedeli: «Andiamoci piano nei giudizi». Gli indagati, dal canto loro, hanno trascorso la prima notte in cella, nel carcere romano di Rebibbia.
Una cittadina divisa fra innocentisti e colpevolisti. «Se tutto ciò che dicono fosse vero - commenta una collega delle tre arrestate - sarebbero tutte una specie di dottor Jeckyll e Mr. Hyde. Non ci credo, è un grosso errore. Sono una delle insegnanti più anziane in servizio alla Rovere e conosco le mie colleghe da molti anni, in particolare Silvana Magalotti. So quanto ami i bambini e quanto tenesse al suo lavoro. Ricordo langoscia con la quale commentava gli episodi di violenza sui minori che apprendevamo dai tg o dai giornali». La maestra continua: «Soprattutto conosco il dolore e la frustrazione che ha vissuto in questi mesi, da quando è stata denunciata per un delitto così infamante. Penso a cosa sta provando in questi momenti, a quanto sta soffrendo nel vedersi rinchiusa in cella come una delinquente.
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