Roma - Via libera, ma con riserva, all’incidente probatorio sui bambini di Rignano Flaminio vittime dei presunti abusi. Il gip di Tivoli Elvira Tamburelli, ieri, ha accolto infatti due delle richieste presentate una settimana fa dal pm Marco Mansi.
Arriva il placet per procedere all’analisi delle tracce organiche ritrovate nell’auto di una maestra e alcune tracce di impronte digitali rinvenute nel corso del blitz di ottobre, ma anche quello per raccogliere le testimonianze dei bambini. Quest’ultimo esame, però, sarà preceduto da una perizia sui piccoli, che dovrà accertare se le vittime delle presunte violenze sono ancora in grado di ricostruire genuinamente gli eventi e se, messi a confronto con gli indagati, possano da un lato riconoscerli e dall’altro sopportare il «faccia a faccia». Solo dopo gli esiti della prima perizia, si procederà dunque alla raccolta delle testimonianze dei piccoli, che verranno interrogati su quanto ricordano delle molestie che avrebbero subito all’interno dell’asilo Olga Rovere e in altri luoghi del paese.
Quanto al «confronto all’americana» tra i bambini e gli indagati, il gip ha rinviato la decisione a un momento successivo all’esame psicologico sui 19 bimbi, che verrà svolto da due psicologhe, Marilena Mazzolini e Antonella Di Silverio, e dalla neuropsichiatra infantile Angela Gigante. Il primo atto, il conferimento dell’incarico, è stato fissato in procura a Tivoli per il prossimo 31 maggio, e in quell’occasione anche le difese nomineranno i propri consulenti per l’incidente probatorio.
Una scelta prudente, attendista, quella del gip, che pur rigettando le controdeduzioni presentate dalla difesa sembra aver comunque valutato le osservazioni critiche che i legali degli indagati avevano fatto a proposito di un confronto diretto tra i loro assistiti e i piccoli. In particolare le maestre (quattro, con l’iscrizione nel registro degli indagati dell’insegnante di sostegno Assunta Pisani) e la bidella sono infatti ovviamente già note ai bambini, che, a prescindere dalle eventuali molestie, non dovrebbero avere difficoltà a riconoscerle, essendo stati per anni nell’asilo in cui le donne lavoravano. Elemento per il quale il valore della «ricognizione» dietro lo specchio è contestato dai collegi di difesa delle indagate. Che, per la verità, non risparmiano una polemica sulla tempistica scelta per questo esame.
«Abbiamo dovuto aspettare un anno, quando avremmo potuto aspettare solo un mese», osserva Giosuè Naso, che insieme a Ippolita Naso difende la maestra Silvana Magalotti, rimarcando poi come non sia «la difesa a dover provare l’innocenza del proprio assistito, ma è la procura che deve dimostrarne l’eventuale colpevolezza». Scettico anche Domenico Naccari, difensore del cingalese Kelum De Silva con il collega Ettore Iacobone, che si dice «favorevole all’atto istruttorio» ma precisa: «Ritengo che nulla possa aggiungersi a quanto fino a oggi è emerso nel corso delle indagini». Diverso il tenore delle dichiarazioni di Franco Merlino e Antonio Cardamone, legali delle famiglie dei bambini, che plaudono al gip che ha accolto l’incidente probatorio «finalizzato all’accertamento della verità», ritenendo «assolutamente infondate le argomentazioni della difesa».
Se l’esame dei bambini è affidato a tre consulenti donne, spetterà, invece, al comandante del Ris dei carabinieri di
Messina Carlo Giovanni Romano condurre, insieme a due biologi e un dattiloscopista della stessa sezione dell’Arma, le analisi sul materiale biologico, sulle tracce organiche e sulle impronte raccolte nell’auto della maestra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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