Rignano Per tre indagati accuse non sostenibili

Descrizioni dei bambini «tra loro contraddittorie». Nessuna corrispondenza tra «i luoghi degli abusi indicati dalle giovani vittime» durante i sopralluoghi «con le dichiarazioni rilasciate nell’incidente prabatorio. Insomma accuse che non consentono «di formulare una prognosi di sostenibilità in giudizio». Queste alcune delle considerazioni che si leggono nelle tre pagine di motivazioni alla richiesta di archiviazione, formulata per tre (il benzinaio Kelum Weramuni Da Silva, la maestra Assunta Pisani e la bidella Cristina Lunerti) dei sette indagati nell’inchiesta sui presunti abusi nella scuola «Olga Rovere» di Rignano Flaminio. Il pm Marco Mansi ieri ha notificato alle parti, i difensori dei tre che presumibilmente usciranno definitivamente dall’indagine e gli avvocati delle famiglie dei 21 bimbi che avrebbero subito ogni tipo di violenze sessuali, le sue richieste che ora saranno vagliate dal gup. Un atto di «resa» quello della procura di Tivoli che arriva una settimana dopo la chiusura dell’indagine da parte dello stesso pm Mansi che invece aveva ribadito nel cosiddetto «415 bis» l’impianto accusatorio per tre maestre, Silvana Magalotti, Marisa Pucci e Patrizia Del Meglio, nonchè per il marito di quest’ultima, l’autore tv Gianfranco Scancarello, quattro indagati per cui tra una decina di giorni si profila la richiesta di giudizio. Mansi per due dei tre indagati - Da Silva e Lunerti - fa riferimento in particolare al fatto che dopo l’incidente probatorio (l’audizione a Tivoli di decine di bimbi) «non è stato possibile attribuire una parte attiva nei fatti del procedimento». In generale scrive il pm «non appaiono emergere indizi a carico di Lunerti, Weramuni e Pisani tali da consentire di sostenere l’accusa in dibattimento». Il pm cita anche la denuncia di una bimba, A. di quattro anni, a proposito della giovane maestra Pisani che era stata indicata come partecipe di presunti giochi sessuali e colei la quale aveva accompagnato alcuni bimbi a bordo di una jeep.

«Non si sono avute conferme diretta da parte di A. - scrive il pm - o da altri bambini e le successive indagini non hanno modificato la posizione della Pisani sicchè allo stato non esistono elementi tali da farla ritenere coinvolta nella vicenda in esame».

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