Il rilancio del Dragone La corsa dell’auto riavvia il motore cinese

Nella terra del Dragone il mercato automobilistico e il pil viaggiano di pari passo verso l’uscita dal tunnel della crisi. Nel secondo trimestre dell’anno, secondo un’analisi di «Radiocor», la ricchezza cinese è aumentata del 7,9%: si avvicina dunque la soglia fatidica dell’8%, ritenuta l’obiettivo minimo e realistico del governo per continuare a crescere e arginare le tensioni sociali. Nello stesso periodo la produzione e le vendite di auto (che in Cina pressochè coincidono) hanno superato 6 milioni di unità con un incremento del 18% rispetto ai primi sei mesi del 2008.
I dati forniti dal Caam (China association of automobile manufacturers) sono stati ancora più confortanti per giugno, quando la produzione per il quarto mese consecutivo è andata oltre 1.100.000 veicoli. Si conferma dunque la previsione di inizio anno che immaginava il sorpasso sugli Stati Uniti come maggiore mercato e luogo di produzione. La crisi di Detroit ha accelerato un processo apparso irreversibile da quando le maggiori multinazionali del settore hanno iniziato la delocalizzazione oltre la Muraglia e contemporaneamente è cominciata la motorizzazione dell’ex Paese agricolo.
Le cause della crescita risiedono principalmente nell’effetto virtuoso del pacchetto fiscale varato da Pechino per fronteggiare la crisi. Oltre al sostegno dei consumi, il provvedimento ha previsto infatti misure specifiche a favore del settore, come la riduzione delle tasse governative sugli acquisti e un più facile accesso al credito dalle banche. Per le campagne, finora meno sensibili agli effetti degli stimoli fiscali, è in programma una lungimirante versione cinese della rottamazione. Un provvedimento del ministero del Commercio autorizza la concessione di un sussidio, compreso tra 300 e 600 euro, per la sostituzione di veicoli con 8-12 anni di attività. La misura è volta soprattutto all’eliminazione di camion antiquati, poco sicuri e con pericolose emissioni.
L’obiettivo è quindi triplice: promuovere l’efficienza energetica, migliorare la rete del trasporto su gomma, dare fiato all’economia in tempi di rallentamento. È probabile che i trasporti su camion inquinanti e rumorosi, vecchia immagine di una Cina sulla strada di una primitiva industrializzazione, lascino il passo a veicoli efficienti e veloci, così come nelle città il traffico di biciclette è andato scomparendo a favore delle quattro ruote. Contemporaneamente crescono le vendite di auto di lusso, sebbene le facilitazioni non le riguardino.

Secondo la Camm, nel primo semestre le joint venture sino-tedesche Mercedes Benz, Bmw ed Audi, che detengono più della metà del segmento, hanno registrato incrementi imprevedibili e tutti superiori al 10%, a conferma della liquidità esistente nelle grandi città cinesi.

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