da Rimini
Finché morte non ci separi? No, finché morte non ci unisca. La formula si deve alla fantasia politico-amministrativa di alcuni esponenti del Comune di Rimini. Il tema è quello delle coppie di fatto, un riconoscimento ancora negato dallo Stato italiano, sul quale aleggia il fantasma di una legge con mille etichette: Pacs, Dico, Didore. Ma cè chi, in assenza di una normativa specifica a livello nazionale, ha pensato di portarsi avanti, molto avanti. Addirittura dopo la vita, a morte avvenuta.
È infatti quanto si appresta a varare lamministrazione riminese: una recente Commissione comunale ha approvato un emendamento «cimiteriale» di Rifondazione Comunista, che in pratica consentirà ai non sposati di essere sepolti insieme. Attualmente il regolamento cimiteriale del Comune non consente di acquistare loculi pre-mortem: solo allatto del decesso la famiglia del defunto può provvedere alla sua sistemazione sborsando una cifra che si aggira sui 5.000 euro. Lidea di fondo era quella di dare la possibilità ai coniugi di acquistare loculi posizionati uno accanto allaltro in modo da essere tumulati vicini.
E qui è intervenuta Rifondazione Comunista: un emendamento presentato dal suo consigliere Savio Galvani, mirava a dare la possibilità anche a chi è legato al morto da rapporti affettivi non legalizzati, di acquistare il loculo vicino. Un passo, nelle intenzioni di chi lha proposto, verso il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. I conviventi, così, sono equiparati ai coniugi, se non in vita, almeno in morte.
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