Rimpatriati i resti degli italiani di Mogadiscio

Rimpatriati i resti degli italiani di Mogadiscio

Fausto Biloslavo

Una magistrale operazione dei servizi segreti italiani, che ha coinvolto ex militari somali del vecchio esercito di Siad Barre, ha riportato in patria - con un C-130 militare atterrato lunedì pomeriggio a Bari - i resti di circa mille salme di coloni, religiosi e soldati del cimitero italiano di Mogadiscio. Un cimitero volutamente profanato dalle bande fondamentaliste islamiche, legate ad al Qaida, ancora annidate nella capitale somala, che il 15 gennaio scorso fecero a pezzi le lapidi, dissotterrarono e scoperchiarono le bare e sparpagliarono le povere ossa o le gettarono addirittura in mare. I nostri morti erano stati oltraggiati per far posto ad una base degli estremisti islamici.
Da quel giorno è scattata un’operazione del Sisde, il servizio segreto civile, per recuperare le ossa dissacrate e riportarle in Italia. I nostri agenti hanno preso contatto con ex ufficiali dell’esercito somalo, uno dei quali vive in Italia. A Mogadiscio dovrebbe aver fatto da sponda, nel delicato recupero, il generale Galal, un ex ufficiale ai tempi di Siad Barre, vicino per affinità di clan ai radicali islamici.
I vecchi legami hanno funzionato, sicuramente oliati da un bel po’ di quattrini dei fondi del Sisde. Nel giro di qualche mese le ossa sono state recuperate, nonostante la minaccia dei fondamentalisti islamici. Un rapporto di luglio dell’International crisis group, che monitora le aree di crisi, aveva puntato il dito contro la nuova rete di estremisti musulmani. «Implicata nell’assassinio di quattro operatori umanitari stranieri, della dissacrazione del cimitero italiano a Mogadiscio ­ si legge nel rapporto ­ la rete garantisce appoggio logistico, protezione e falsa identità agli operativi di al Qaida in Somalia».
Il capo è Aden Hashi Ayro, un giovane integralista, che si è fatto le ossa nei campi di addestramento afghani ai tempi dei talebani. Il suo padrino è il colonnello Hassan Dahir Aweys, un noto leader della jihad a Mogadiscio, che pochi giorni fa ha annunciato di voler impiantare uno Stato integralista anti-occidentale in Somalia. Dovrà fare i conti con il nuovo presidente, Abdullahi Yusuf Ahmed, che ha già combattuto i fondamentalisti, eletto dalle fazioni somale grazie ad un piano di pace, sponsorizzato dall’Italia. Il nuovo governo sta prendendo in mano le redini del Paese dopo 14 anni di anarchia.
Domenica scorsa il sito www.somalitalk.com, legato alla diaspora, lanciava la prima notizia: «Verso ora di pranzo dall’aeroporto di Baalli Doogle (un’ex base dell’aeronautica somala a ovest della capitale, nda) 18 grandi casse contenenti i resti profanati degli italiani sepolti nel cimitero di Mogadiscio sono state imbarcate su un volo speciale diretto in Italia». L’aereo avrebbe fatto scalo a Khartoum, dove abbiamo un contingente di paracadutisti per far rispettare il piano di pace fra ribelli del sud e governativi.


Il ministro degli Interni Beppe Pisanu ha voluto esprimere agli operatori del Sisde «il più vivo apprezzamento per il successo di questa delicata missione, che restituisce all'Italia ed alle famiglie le spoglie dei nostri caduti». Le spoglie sono state accolte con gli onori militari e civili al Sacrario d’oltremare di Bari, dove riposeranno per sempre.

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