Rinascimento ligure, il modello turistico di Gavi

Rinascimento ligure, il modello turistico di Gavi

(...) dai modelli a un passo da noi. Ad esempio, il Basso Piemonte. Che, formalmente, è un’altra regione. Ma, geograficamente, strategicamente, storicamente, culturalmente, è Liguria. Liguria, pura.
In tutto, tranne che in due cose. I prezzi ai supermercati, visto che basta passare i Giovi e andare all’Iper per vedere scontrini più umani rispetto a quelli della nostra regione, che risentono del sostanziale monopolio Coop. E la mentalità: già in provincia di Alessandria, senza nemmeno bisogno di andare a Cuneo, si respira un’altra aria, si ragiona come se il turista fosse un valore e non un pollo da spennare o una fastidiosa scocciatura da sopportare dal venerdì pomeriggio alla domenica sera.
C’è una cosa che quelli che parlano bene chiamano marketing territoriale. Io, più prosaicamente, preferisco parlare di approccio complessivo al turista. Che vuol dire tutto: gentilezza, capacità di promuovere il territorio, sapienza nel far convivere le bellezze artistiche, la cultura e le straordinarie ricchezze naturali della zona. Chiunque di voi sia stato dalle parti di Gavi o anche, semplicemente, alle spalle di Serravalle, avrà avuto la fortuna di vedere un paesaggio che soprattutto in questa stagione ha poco da invidiare al Chianti. Gli inglesi l’hanno già soprannominato Gavishire. Colline dolci, colori bellissimi, casali da sogno, gastronomia e vini capaci di far impazzire le bilance. Un vero paradiso per tutti noi golosi.
E persino le strutture un po’ artificiali - quelle che i sociologi che se la tirano qualificano come non luoghi - sono più che luoghi. Pensate all’outlet di Serravalle: un direttore di talento come Luigi Battuello, che non a caso è appena diventato il capo di tutti gli outlet della zona mediterranea, e un responsabile della comunicazione dandy e bravissimo come Marco Semino, l’hanno trasformato in una specie di giacimento culturale. Che, insomma, per un outlet non è propriamente la normalità. E invece, organizzano visite alle bellezze architettoniche della zona, viaggi in cantine e via di questo passo. Anche perchè così, magari, i mariti si ubriacano preventivamente pensando alle spese delle signore nelle boutique delle maggiori griffe del mondo.
Oppure, Monterotondo resort, la struttura dei fratelli Moccagatta immediatamente alle spalle di Serravalle. Un albergo, l’Ostelliere; un ristorante, la Gallina; una cantina dove si producono vini, Villa Sparina. Soprattutto, un concetto: l’eccellenza e l’accoglienza.

La natura, la voglia di fare turismo, i giovani che diventano imprenditori di se stessi e del loro territorio. Un piccolo miracolo economico.
Ecco, basta guardare lì. Se non si è troppo impegnati a dire che i giovani scappano, che è tutto sbagliato, che Genova e la Liguria non hanno futuro.

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