Economia

La rinascita di Chrysler: gli operai di Detroit applaudono Marchionne

Fabbrica Italia e ritorno in Borsa di Chrysler nel 2011. Sergio Marchionne, ad del gruppo Fiat e di Chrysler, prima in visita alla St. Francis Xavier University di Toronto, poi nello stabilimento Chrysler di Detroit per il lancio del Grand Cherokee, parla di scenari futuri. «La realizzazione del piano Fabbrica Italia è essenziale per assicurare il futuro della base manifatturiera italiana, per renderla più efficiente e competitiva e per favorire nuovo sviluppo. Sono preoccupato per gli effetti che la crisi della Grecia e del debito in Europa potrebbero avere sulla ripresa economica globale. E il Vecchio Continente rischia ancora una volta di rimanere indietro rispetto al resto del mondo in termini di crescita».
Ma è tra i 1.700 operai dello stabilimento Jefferson North Assembly PlantChrysler che va in onda lo show: «La Grand Cherokee che oggi presentiamo - dice Marchionne - diventa il “simbolo della rinascita di Chrysler”». E scoppia l’applauso dell’intero stabilimento. Poi, alla domanda se la situazione del mercato automobilistico Usa, e di Chrysler in particolare, possa essere paragonata a quella italiana, Marchionne ha risposto: «Ma avete visto che reazione abbiamo avuto oggi? Purtroppo tutto ciò è inimmaginabile in Italia». Alla presentazione erano presenti, oltre al sindaco di Detroit Dave Bing, anche tre rappresentanti del mondo politico americano: la governatrice del Michigan Jennifer Granholm e le parlamentari Debbie Stabenow e Carolyn Cheeks Kilpatrick.
Marchionne è comunque convinto che i destini delle due società sono «inestricabili», ribadendo con questa espressione gli obiettivi fissati nel piano industriale di novembre. E si è detto possibilista sull’eventuale ritorno in Borsa di Chrysler nel 2011: «I risultati ottenuti nel primo trimestre 2010 - ha aggiunto - provano che i target 2010 sono raggiungibili».
Intanto, a Torino, si parla di un ritorno a casa del Salone dell’auto. Lo ha chiesto il governatore del Piemonte, Roberto Cota. A margine della celebrazione degli 80 anni della Pininfarina, infatti, Cota ha rivelato «che incontrerà presto l’ad del gruppo Fiat per discutere il progetto: «L’incontro non è ancora stato fissato, ma ci stiamo lavorando. Torino è la capitale dell’auto - ha sottolineato il governatore - e il Salone si deve fare qui a Torino». La risposta è però arrivata dall’ex presidente del Lingotto, Luca Cordero di Montezemolo, anch’egli presente alla festa per l’anniversario della storica società torinese: «È una cosa che bisogna valutare e su cui bisogna riflettere - ha detto - è giusto parlarne». Poi Montezemolo ha parlato della sua Ferrari riferendosi alla recente vertenza sindacale, conclusa con un accordo nelle ultime ore: «L’ho vissuta malissimo - ha aggiunto - è stata totalmente inutile e ha portato danni sia all’azienda sia ai lavoratori».
Intanto gli stabilimenti di Mirafiori e di Melfi si fermeranno una settimana, dal 28 giugno al 4 luglio: la cassa integrazione riguarda complessivamente 5mila operai e 450 impiegati.

Si ferma anche Melfi, mentre lunedì si fermeranno tutti i tre turni delle meccaniche in seguito all’alluvione che ha creato numerosi disagi negli impianti produttivi situati in Polonia.

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