La rinascita nazionale è un’altra cosa

Egregio Direttore, una vittoria «mondiale» non costruisce la Rinascita Nazionale: lo sventolio dei tricolori non mi ha appassionato più di tanto oltre il consentito limite dell’infantile entusiasmo che riaffiora in ognuno di noi nel cogliere le emozioni che si accompagnano da sempre nel mirabile e magico rotolare di una palla.
Certo la nostra compagine nazionale di calcio, composta tutta di italiani nel sangue, nel cuore, nella pelle ha sconfitto la «nera coloniale» di Francia squadra simbolo della multirazzialità, squadra trasformata in propaganda mondialista: comunisti, convertiti all’Islam ecc.. ecc...
Certo fa piacere a tutti - nello spazio di una notte - dimenticare per un attimo le tribolazioni personali e sognare e vivere una gioia in comune. Ma la Rinascita Nazionale è un’altra cosa che va sudata e conquistata giorno per giorno, con volontà e spirito di sacrificio, recuperando linfa dalle radici e innalzandosi verso il cielo; è un percorso di acculturamento dottrinario di analisi stoiche, di divisioni sociali temerarie, di capacità di singoli votati non al proprio egoistico prevalere ma alla capacità di funzione al servizio di un unico comune interesse.


L’autunno porterà carichi di nubi minacciosi nei cieli della politica italiana, nell’asfissia della contrattualità sindacale, nella precarietà sociale e morale e solo predisponendo una rete di «protezione civica» si può pensare di trovare riparo in attesa di divenire di nuovo promotori di una nuova «alternativa» nazionale; la mia speranza sarà quella di sventolare il tricolore nelle piazze di Italia per una riconquistata libertà nei confronti della «sinistra globale» milionaria e politicamente impegnata e corretta, per un nuovo futuro di giustizia sociale e non solo per un rigore che gonfia la rete di un campo di calcio.
Con la stima di sempre.
La ringrazio cordialmente

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