Massimo Restelli
da Milano
Il matrimonio tra Popolare di Intra e Veneto Banca è deciso, ma prima di focalizzarsi su Lodi, il percorso di avvicinamento del credito cooperativo tornerà a Verbania per una tappa «tecnica». Su precisa richiesta della Consob entro domani mattina infatti, Intra e Veneto Banca dovrebbero chiarire in un comunicato congiunto alcuni dettagli dellaggregazione.
A partire dallo scambio azionario che i due gruppi starebbero studiando per «assorbire» nellalleanza anche il 25% di Intra non oggetto dellOpa a 15 euro per azione messa sul tavolo dal gruppo trevigiano. Anche se il concambio sarà una variabile cruciale (Veneto Banca non è quotata), laccorgimento offrirebbe in prospettiva una seconda via di uscita ai soci del gruppo piemontese.
Quanto a Bpi, lappuntamento cruciale è mercoledì, quando il consiglio di amministrazione dovrà chiarire se intende proseguire in autonomia o se invece è prevalsa la linea dellalleanza. In gara ci sono le consorelle Bipiemme, Bpvn, Bper e Bpu, ma in alcune sedi ufficiali sarebbe stato evidenziato il vantaggio per Lodi di «apparentarsi» a un gruppo di una certa dimensione. Segnale che Bpvn potrebbe essere passata in vantaggio (visto che con Bpu ci sarebbero ampie sovrapposizioni territoriali) magari nella prospettiva di un accordo bancassicurativo con Cattolica.
Prima che lidentikit della sposa, è però la stessa opportunità di accettare un matrimonio a dividere Bpi. Nel quartier generale di Lodi, che ha appena risposto ai rilievi di Bankitalia, non manca infatti chi preferirebbe lindipendenza almeno per qualche tempo. Così da sfruttare le prospettive del piano industriale e riavviare la gara quando la banca avrà una maggiore forza negoziale. Una scelta su cui potrebbe influire la difficoltà di trovare un punto di incontro tra il pressing del mercato verso il consolidamento e la strettoia dellassemblea dei soci, la presa sulla «base» di Bper e le affinità «politiche» tra Bpm e alcuni consiglieri.
Complice forse unaccorta tattica negoziale, lamministratore delegato Divo Gronchi ha più volte ribadito che il gruppo non è costretto ad alcuna aggregazione vista al contrario come «unopportunità». Lodi rappresenta la partita più importante nel risiko cooperativo, che si sta giocando in parallelo a quello «maggiore» che ha portato allalleanza di Banca Intesa con Sanpaolo. Sul fronte di Ca de Sass labilità diplomatica dellamministratore delegato Corrado Passera e del presidente Giovanni Bazoli ha permesso di soddisfare gran parte delle contropartite richieste dal Crédit Agricole per concedere il via libera definitivo alla fusione. Secondo le attese Parigi dovrebbe infatti ottenere il controllo di Cariparma, che sarebbe preventivamente rafforzata da Friuladria o da almeno altri 300 sportelli (San-Intesa dovrà cederne 600 per limiti Antitrust) così da arrivare a una presenza simile a quella ottenuta dai rivali di Bnp Paribas con lOpa su Bnl.
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