Lennesimo corpo di vigilini, quello della Protezione civile locale, al primo giorno di vita è miseramente affogato. La riunione al I Dipartimento del Personale in Campidoglio, che doveva attribuire ieri i poteri di sparamulte ai volontari della nuova struttura, infatti, è stata rinviata. A puntare i piedi e obbligare il Comune al nulla di fatto, è stato il sindacato dellOspol. Ora se il sindaco vorrà insistere, dovrà farlo con un diktat. Sul modello già sperimentato con i taxi, per intenderci. Di accordo con gli organismi rappresentativi dei vigili neppure a parlarne. Durissimo il commento dellOspol: «Dalle ronde padane alle ronde romane - ha scritto ieri in una nota il presidente nazionale, Luigi Marucci - a Nord controllano il territorio, a Roma fanno le multe!». Il dilagante fenomeno dellimmigrazione clandestina fuori di ogni controllo, scrive lorganizzazione sindacale delle polizie locali, «ha spinto i sindaci dei Comuni governati dalla Lega Nord ad utilizzare le strutture ed il personale della Protezione civile locale per effettuare servizi di ronda disarmata al fine di dissuadere tutti quei malintenzionati che girano di notte ed in certi casi anche di giorno». Tuttaltra caratteristica hanno le «ronde» romane. A caccia di violazioni, sì, ma degli automobilisti nel traffico. Come se non bastasse la valanga di multe che già piovono sulle quattro ruote - un milione di verbali per violazioni della Ztl nel solo 2006 - Veltroni ha deciso di assegnare ora funzioni di Polizia Stradale e di Polizia Giudiziaria anche alla neonata Protezione civile locale. «Lesasperato automobilista romano, però, tra strisce blu, Ztl e corsie preferenziali, non sa più dove lasciare il proprio veicolo per evitare lesborso del quotidiano balzello - denuncia lOspol -. Che se ne fa la Protezione civile dei poteri di accertamento e verbalizzazione degli illeciti al Codice della Strada? Non è forse lulteriore trovata per rimpinguare le casse del Comune?». Il sindacato non si limita alle accuse verbali, ma preannuncia un immediato ricorso al Tar del Lazio per impugnare la delibera istitutiva «di questo ennesimo corpo che riporta le funzioni di polizia ad un livello paragonabile a quelle esercitate dalle milizie di medievale memoria». «Ormai non cè più limite alla fantasia degli amministratori capitolini - conclude Marucci nella nota -. I vigili del fuoco fanno i vigili urbani. Questi ultimi, messi a fare gli assistenti sociali (chiaro riferimento al Nae, ndr), rischiano di essere sciolti perché la maggior parte svolge compiti prettamente amministrativi, tanto che su 6.000 agenti circa, solo 1.500 sono impegnati sul territorio».
Patrizia Cologgi a capo del Dipartimento di Protezione civile comunale spiega: «Abbiamo chiesto al Campidoglio di legittimare il nostro operato di primo soccorso nellemergenza con questo progetto in discussione. Non cè alcuna volontà da parte nostra di repressione nei confronti dei cittadini. Il problema è che, spesso, capita di arrivare su un posto prima di altre forze dellordine, vigili urbani compresi. E di ritrovarci a dovere sistemare questioni di viabilità elementari, come deviare il passaggio di auto, sbarrare il transito di altri veicoli. Oggi non cè regolamento che ci legittimi a fare ciò.
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