L’inserto culturale della domenica del Sole 24 Ore, secondo gli addetti ai lavori, negli ultimi anni ha perso un po’ di autorevolezza e, di pari passo, anche qualche copia. Sta di fatto che il direttore del quotidiano, Gianni Riotta, non solo ha nominato un nuovo caporedattore, Giovanni Santambrogio; ma per dare nuova linea e spessore alle pagine culturali del quotidiano della Confindustria, si cimenta spesso in prima persona, firmando articoli e recensioni. D’altra parte l’attrazione di Riotta per l’evoluzione delle tendenze sociali e tecnologiche è nota. Specie se sono made in Usa. Al punto che sia tra i lettori, sia tra i grandi azionisti «reali» del Sole (vale a dire le associazioni locali e di categoria aderenti a Confindustria) serpeggiano i mal di pancia sul tipo di giornale che leggono. Mentre lo vorrebbero più attento e vicino ai problemi delle imprese. E guardano con ansia ai conti semestrali in arrivo la prossima settimana.
Ebbene c’è da chiedersi cosa avranno pensato, ieri, molti di loro nel leggere l’apertura della Domenica: «Harry Potter e il regno del Falso», firmata dal direttore. Si tratta, in estrema sintesi, di una lezione su come dovranno essere fatti i giornali del futuro. Con una rivelazione: nella sede di via Monterosa a Milano c’è un’angusta saletta chiamata «Garage» dove «si progetta il futuro del Sole 24 Ore», scrive Riotta. Web master poco più che teen ager, pionieri dei new media, blogger incalliti e altri lavorano alla nascita del «Progetto Giornale Harry Potter». Seguono le citazioni di esperti quali Nicholas Carr, Fred Friendly, Brendan Nyhan, James Kuklinski, Cass Sustein, Charles Taber, Milton Lodge. E questo è il sunto: per interpretare la realtà; e dunque fare informazione; e dunque vendere, i giornali devono inserirsi in un percorso in cui le notizie/opinioni vanno al contrario rispetto a oggi: prima il pubblico scopre i fatti e si crea le opinioni tramite siti, blog e social network. Poi, e solo poi, si passa a leggere e dunque a selezionare i giornali. Solo così il «Falso» può essere smascherato. Mentre oggi i pigri fruitori della vecchia stampa non riescono più a distinguere il vero dal falso. Come scrive Riotta: «Il potere oscuro dello stregone Voldemort è nascosto in ciascuno di noi quando ci ostiniamo a credere in quel che la realtà nega». A questa rivoluzione lavora Riotta per il 24 Ore.
C’è solo da chiedersi se ciò sia coerente con il ruolo che Confindustria immagina che il Sole debba svolgere nell’agone editoriale, politico e nel mercato a cui si rivolge. Perché, a ben guardare, il Sole è un giornale sì quotato in Borsa, ma il cui controllo è ben saldo nelle mani di una delle più grandi e forti lobby del Paese (gli industriali), che anche attraverso il suo quotidiano (da questa finanziato), persegue e difende i suoi legittimi interessi. Come nelle migliori democrazie. Quindi okay alla sperimentazione. Ma forse tenendo bene i piedi per terra, come ci insegnano gli stessi guru di Microsoft, Google, Apple.
Riotta scopre che per salvare il "Sole" ci vuole Harry Potter
L’inserto culturale della domenica del Sole 24 Ore, secondo gli addetti ai lavori, negli ultimi anni ha perso un po’ di autorevolezza e, di pari passo, anche qualche copia
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