Riparte il processo al «fronte del porto»

«Affronto questo processo con spirito sereno e combattivo per avere l’assoluzione anche dall’unico capo di imputazione per cui sono stato condannato in primo grado». È quanto ha detto l’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova, Giovanni Novi, alla fine della prima udienza del processo di secondo grado che lo vede imputato insieme ad altre sei persone nell’ambito dell’inchiesta, iniziata nel 2007, per l’assegnazione del terminal Multipurpose. Ieri ha iniziato a leggere la relazione il relatore Marco Bacci, che concluderà il prossimo 8 novembre. All’apertura del processo i difensori hanno sollevato alcune eccezioni tecniche. Le accuse che erano state mosse, a vario titolo, sono quelle di turbativa d’asta, truffa per il risarcimento da un milione e 700 mila euro riconosciuto dal Comitato portuale alla Compagnia Unica, concussione e falso. Nel settembre 2010 Giovanni Novi era stato condannato a due mesi per una turbativa d’asta, mentre era stato assolto dagli altri 12 capi di imputazione che gli erano stati mossi. Altri imputati, invece, sono stati condannati a due mesi ciascuno, sempre per turbativa d’asta. Sono l’ex segretario generale dell’Autorità portuale, Alessandro Carena, l’avvocato Sergio Maria Carbone, noto docente universitario ed ex consulente dell’Autorità Portuale, e l’armatore Aldo Grimaldi.

Erano stati assolti l’avvocato generale dello Stato, Giuseppe Novaresi, l’ex dirigente dell’Autorità Portuale Filippo Schiaffino, l’imprenditore della logistica Aldo Spinelli, e il vice console della Culmv, Valter Marchelli.

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