di Alberto Gagliardi*
Mario Lauro scrivendo continuamente di tutto e su tutti, rischia con bacchettate a destra e a manca giudizi un po' approssimativi, che peraltro personalmente manco mi sfiorano. Sul tormentone Carlo Felice vado dicendo le stesse identiche cose da anni e nella mia richiesta di commissariamento del teatro dell'opera sono stato in ottima compagnia con il ministro Bondi (governo Berlusconi) quando dichiara di avere in mente di commissariare le quattordici (ben quattordici) Fondazioni italiane per la lirica per cercare di risolvere unitariamente la questione delle regole di base e quelle legate ai contratti nazionali di lavoro del settore.
Per quanto riguarda Genova, ribadisco che nessuno lettore o commentatore de «il Giornale» risponde mai alla questione prioritaria da me posta: stabilito che il pubblico (Stato, Regione, Comune) può intervenire solo in parte per sostenere la lirica, in una città come la nostra, che non è New York e neanche Milano, schiacciata da problemi di sopravvivenza e dall'assenza di grandi sponsor, come si possono ripianare i pesanti bilanci del Carlo Felice? Insomma: chi paga e con quali risorse? Il momentaneo pareggio ottenuto nel Paese del Bengodi con i fondi straordinari delle Colombiane del 1992 può rappresentare solo una furbata finanziaria stile Prima repubblica, ma non è certo un esempio di buona amministrazione per il futuro del teatro.
* vice presidente Consiglio comunale
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