Ripristinare l’Ici e realizzare strutture per i senza tetto

Caro direttore Lussana, il fenomeno dei senza-casa è sempre più evidente nella nostra città e, con l’arrivo del freddo, giunge ogni giorno notizia di morti tra i cosiddetti barboni, con il contorno di abbondanti geremiadi.
Ma poi? Nessuno si muove. Si continua a delegare ogni intervento ai volontari che forniscono ai bisognosi generi di conforto; le strutture di accoglienza, come i dormitori, sono insufficienti... e tutto resta come prima. Ora io mi chiedo perché le autorità comunali, sempre così sensibili ai diritti di tutti, specialmente dei più deboli, non considerino prioritario questo problema, trasformando qualcuno tra i tanti fabbricati dismessi che ornano i nostri centri in luoghi di rifugio organizzato per chi non ha casa.
E non mi vengano a dire che non ci sono i soldi! Si trovano per finanziare i centri sociali, di cui qualcuno, un giorno, dovrà spiegarci l’utilità. Si trovano per consulenze, gettoni di presenza, stipendi da nababbi, notti bianche? Si trovino allora per chi muore di freddo!
Mi spingo addirittura a fare una proposta: e se il governo nazionale ripristinasse l’Ici sulla prima casa con l’obbligo, per i Comuni, di destinarne i proventi a un’opera così meritoria? Non crede che buona parte di noi la pagherebbe volentieri? Si potrebbero accendere dibattiti sulla questione, in modo da raccogliere opinioni e suggerimenti autorevoli.


Qualcuno mi accuserà di essere ingenua, illusa, utopista, ma io credo fermamente che, dove c’è la volontà, si possa riuscire a risolvere i problemi, anche i più gravi. Sono stanca di vivere in una società ricca e viziata, sprecona ed egoista, specialista in lamentazioni, ma priva di volontà di agire!

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