La riqualificazione delle periferie deve cominciare dalla viabilità

Che la periferia della nostra città manchi da sempre di attenzioni urbanistiche, soprattutto per quanto riguarda la viabilità, è cosa nota. Il flusso di auto che ogni giorno riempie e svuota precise zone di Milano è ben quantificabile, quindi progetti e realizzazioni potrebbero facilmente tenerne conto. Ecco allora che a quella grandissima moltitudine di auto e camion che soprattutto ogni mattina e ogni sera in fila chilometrica arrivano o partono da Milano nel collegarsi con le cittadine più popolate e ricche di industrie della Brianza, percorrendo la superstrada che divenendo via Fermi fa capo a piazza Maciachini, è stata fatta la gradita sorpresa di un bel semaforo, proprio tra via Fermi e via Graziano. Quattro corsie che debbono fermarsi ben due volte in 200 metri perché è stato aperto uno stradone che serve il pronto soccorso di Niguarda, là dove prima c'era solo una stradina con un microscopico parcheggio per gli utenti che sbuca sulla via Fermi. Un'opera certamente importante, che in maniera burocratica si può dichiarare collegamento più veloce con l'ospedale. Il guaio sta nel fatto che le code al primo semaforo non erano più lunghe di quattrocento metri e oggi superano il chilometro. Il bello poi che a pochi metri esiste un faraonico, vedi quello di via Forlanini costato a suo tempo bei miliardi, passaggio pedonale sopraelevato.

Ci si domanda perché pedoni e auto, in un punto così trafficato anche a causa dell'alternativo e ben conosciuto puntuale servizio ferroviario delle Nord, non si è mai progettato uno svincolo serio e articolato che evitasse ambedue i semafori servendo la zona in maniera organica. Gli abitanti della zona fanno poi notare come la chiusura della stradina vecchia del pronto soccorso, via Pasta, era l'unica alternativa a viale Fermi per collegare Bruzzano e Niguarda, per saltare le code.

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