Economia

Risanamento rinvia l’approvazione del piano

Nuovo rinvio per il piano di salvataggio di Risanamento. Il cda di ieri, che doveva dare l’ok definitivo al testo, ha deciso di riconvocarsi nei prossimi giorni. Secondo alcune fonti ci sarebbe ormai pieno accordo tra le banche creditrici e il rinvio sarebbe dettato esclusivamente dalla volontà di aspettare il pronunciamento della Consob sulla richiesta di sospensione dell’obbligo di opa, avanzata dagli istituti.
A quanto si apprende, la Consob ha chiesto un’integrazione della documentazione agli studi legali che hanno presentato la domanda per conto delle banche. Documentazione sarà consegnata nelle prossime ore, permettendo all’Authority di esprimersi con ogni probabilità entro la settimana, forse già domani. Dopodiché scatterà - con procedura d’urgenza, come spiega il comunicato di ieri sera - la riconvocazione del cda di Risanamento per l’approvazione del piano (e della semestrale).
Intanto si discute con la procura: era stabilito in oggi il termine per il deposito del piano, che i pm devono valutare per decidere se confermare o meno l’istanza di fallimento. Un nuovo termine sarà probabilmente fissato successivamente alla risposta della Consob, per consentire a Risanamento di arrivare in procura con un documento definitivo, senza questioni «aperte». Rimane invece fissa la scadenza del 22 settembre, quando il tribunale di Milano deve pronunciare la parola definitiva: dare il via libera alla ristrutturazione di Risanamento, oppure condannare la ormai ex creatura di Luigi Zunino alla bancarotta.
Il nocciolo del piano non dovrebbe comunque riservare sorprese. L’intervento complessivo sarà di 500 milioni di euro: 150 subito di capitali freschi, e 350 di prestito convertendo che trasformerà parte dei crediti bancari in azioni. Un intervento che porterà gli istituti a salire nel capitale della società in un primo momento sopra il 50% e successivamente fin quasi all’80%. Con la quota del fondatore Zunino che scivolerà attorno al 14%.
Intanto le banche hanno provveduto a mettere in sicurezza il bond di Risanamento (circa 260 milioni di euro, inclusi gli interessi a scadenza), con una linea di credito supplementare. L’obbligazione scade nel 2014 ma già da metà settembre potrebbe divenire esigibile, per il superamento del termine dei 60 giorni dalla richiesta di fallimento.


Per il titolo Risanamento nuovo balzo ieri in Borsa: +10,56% con una chiusura a 0,53 euro.

Commenti