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Risarciti i profughi tedeschi, gli italiani no

La Croazia restituirà i beni sequestrati dal regime comunista di Tito alla minoranza tedesca, costretta a fuggire in Austria alla fine della seconda guerra mondiale. Lo ha rivelato la Voce del Popolo, quotidiano della comunità italiana oltreconfine citando una riunione dell’esecutivo croato del premier Ivo Sanader. La minoranza tedesca che era radicata soprattutto in Slavonia, al confine con la Serbia, venne accusata nel 1945 di essere stata una sorta di quinta colonna del Terzo Reich. I tedeschi sfuggirono alle persecuzioni della polizia segreta di Tito abbandonando tutto e rifugiandosi soprattutto in Carinzia, dove sono diventati cittadini austriaci.
L’accordo verrà presentato entro la fine dell’anno al Sabor, il parlamento croato, per venir ratificato. In pratica gli austriaci saranno parificati ai croati, che già hanno diritto alla restituzione del bene sequestrato, oppure al risarcimento, nel caso non sia possibile la prima ipotesi, secondo una legge del 1996 riguardante gli espropri illegittimi del regime comunista. Nikola Mak, deputato al parlamento di Zagabria della comunità tedesca e austriaca, citato dalla Voce, sostiene che dall’Austria arriveranno al massimo 10mila richieste di restituzione di beni abbandonati. Gli esuli italiani, ancora una volta restano al palo, nonostante il loro numero sia ben superiore rispetto a quello della minoranza tedesca. L’unico spiraglio è la dichiarazione del viceministro alla Giustizia croato, Boris Koketi, che ha gestito il negoziato: «L’Austria sarà il primo Paese con il quale la Croazia sottoscriverà un accordo sul risarcimento per i beni confiscati, ma si prevede di concordare accordi simili anche con l’Italia, la Germania, gli Stati Uniti, Israele e la Slovenia».
La scelta dell’Austria è legata, per stessa ammissione del governo croato, «ai rapporti tradizionalmente buoni, alla leadership degli investimenti esteri in Croazia, all’appoggio dato da Vienna alle nostre priorità strategiche in politica estera». In pratica, la luce verde alla ripresa delle trattative per l’adesione di Zagabria all’Ue decisa a Lussemburgo agli inizi di ottobre. La domanda croata era stata congelata, perché Zagabria faceva troppo poco per assicurare alla giustizia internazionale de L’Aia il generale Ante Gotovina, accusato di aver massacrato civili serbi nel 1995.
Anche l’Italia ha appoggiato la richiesta croata di adesione alla Ue, ma la restituzione dei beni resta un miraggio. Per questo motivo il senatore triestino di Forza Italia, Giulio Camber, ha presentato un’interrogazione parlamentare in cui riprende la notizia dell’apertura croata all’Austria.

Camber chiede «se il Governo italiano intenda (e in quali termini) affrontare il problema dei beni abbandonati dagli esuli italiani correlatamente all’avvio della procedura per l’ingresso della Croazia nella Ue cui l’Italia ha dato un sostegno almeno altrettanto importante rispetto a quello dell’Austria».

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